La Juve è un cantiere e si inceppa a Crotone
Solo un pareggio per Pirlo: un gol annullato e Chiesa espulso
Ci sono stadi che per svariati motivi restano sullo stomaco e il vecchio «Scida» di Crotone entra nella lista juventina: dopo l’1-1 dell’aprile 2018 che riportò il Napoli di Sarri sotto ai bianconeri, arriva lo stesso risultato nel giorno in cui il Milan scappa e il Napoli si rimette in pari in attesa dell’esito del ricorso sul 3-0 a tavolino.
La Juventus va in svantaggio presto per un rigore — pareggia quasi subito con un contropiede corale, ben finalizzato da Morata — poi si ritrova in 10 per l’espulsione di Chiesa e si vede annullare il 2-1 per un fuorigioco millimetrico dello stesso spagnolo: tre episodi — suffragati dalla
Var — che però alimentano la sindrome da accerchiamento evocata giovedì dal presidente Agnelli.
Quella che resta è però l’impressione di una Juventus ancora in piena costruzione, che ha bisogno di tempo per mettere in pratica un’idea di calcio molto offensivo. A giudicare dalla falsa partenza sia nel primo che nel secondo tempo, le distanze e i meccanismi sono ancora piuttosto imprecisi. Senza dimenticare che le assenze di Ronaldo e Dybala sono pesanti.
Il Crotone però, con il suo 3-5-2 veloce e propositivo, si fa subito pericoloso: Reca, sulla fascia di Chiesa e Danilo, arriva dentro l’area con facilità e alla terza discesa viene steso da Bonucci, con un pestone. Generoso o meno, il rigore, segnato da Simy, c’è. La Juve soffre le ripartenze dei calabresi, con l’ex Stella Rossa Vulic molto attivo, ma è proprio con un classico contropiede che Madama pareggia: Morata inizia l’azione con un bel controllo per Kulusevski, che lancia Chiesa in profondità, gran cross per lo spagnolo che scarica in rete anticipando Magallan.
Tutto sistemato? Non proprio: nella seconda parte del primo tempo la Juve si fa più pericolosa, con un paio di incursioni di Portanova. Arthur prende il controllo del pallone e dà più equilibrio all’intera architettura. In realtà — e suona strano dirlo — è il Crotone che ha accusato il colpo del pareggio. Perché a inizio ripresa i calabresi riprendono possesso del centrocampo e si fanno pericolosi, perdendosi al momento del dunque. La Juventus è sempre spezzata in due tronconi, un vecchio problema.
L’espulsione di Chiesa (che nella scivolata su Cigarini ha il piede aperto ma non riesce a toglierlo), costringe i bianconeri a chiudersi e a ripartire, soffrendo ma dando l’impressione di poter vincere con una giocata. Morata centra il palo con un colpo di testa e poi si vede annullare per fuorigioco il gol, segnato grazie a una discesa di Cuadrado. Del punto non c’è troppo da lamentarsi. Basta che per la Juve e Pirlo sia un punto di partenza.