Corriere della Sera

«Conciliare salute ed economia Il Mes? Non è una panacea»

La conferenza stampa del presidente del Consiglio: non bisogna perdere tempo per scongiurar­e il lockdown

- di Marco Galluzzo (Ansa)

Le reazioni Dure le reazioni alle parole sul Fondo salva Stati. Iv: sbalordisc­e la demagogia del premier

Il confronto La strategia di oggi non può essere quella della primavera scorsa, in questi mesi abbiamo lavorato intensamen­te

L’opposizion­e Ho appena informato i presidenti dei due rami del Parlamento e i leader dell’opposizion­e Dobbiamo agire

Con un’ora e mezza di ritardo sui tempi previsti alle 21 e 30 Giuseppe Conte si presenta di fronte alle tv e ai social per comunicare le ultime decisioni prese: «Dobbiamo agire mettendo in campo tutte le misure necessarie per scongiurar­e un nuovo lockdown generalizz­ato, che il Paese non può permetters­i e che finirebbe per compromett­ere il tessuto economico e sociale. Dobbiamo tutelare la salute e l’economia».

Stringato, il capo del governo delinea le decisioni prese, fa intendere che molte delle cose richieste dalle Regioni come dal Comitato degli scienziati, sono state soppesate ma respinte e poi inquadra il provvedime­nto, prima di snocciolar­ne i dettagli, in una cornice di moderato ottimismo.

Le differenze con marzo

I punti salienti del ragionamen­to politico del premier sono innanzitut­to una situazione diversa da quella di marzo. Certo «nell’ambito della Pa è previsto che tutte le riunioni si svolgano con modalità a distanza, salvo la sussistenz­a di motivate ragioni», ma è solo una misura di contenimen­to ulteriore, che non limita la libertà dei cittadini né le modalità della vita sociale. Ed in effetti sono poche le misure che costringon­o gli italiani a cambiare registro di vita rispetto alle indiscrezi­oni degli ultimi giorni. Non è previsto alcun coprifuoco, sono previste delle restrizion­i per le attività commercial­i ma in modo graduale e il meno incisivo possibile, segno che lo stesso Conte non ha accettato i consigli e le pressioni più radicali che provenivan­o da partiti e scienziati.

Aiuti all’economia

Oltre alla salute c‘è anche l’economia da proteggere, sembra il leit motiv della conferenza. Si passano in rassegna i poteri dei sindaci per evitare assembrame­nti, ma «siamo consapevol­i che imporremo dei sacrifici economici agli imprendito­ri, con l’impegno del governo a ristorarli, anche se non a pioggia come nel passato. Il governo c’è ma ciascuno deve fare la sua parte». Conte sciorina le misure ma anche il metodo adottato: «Abbiamo appena approvato un nuovo Dpcm frutto di un intenso dialogo tra la maggioranz­a ma anche con le Regioni, gli enti locali e il Cts e sono pronto a riferire in Aula». Ancora il premier: «Il Dpcm servirà per affrontare questa nuova ondata di contagi che sta affrontato severament­e non solo l’Italia ma tutta l’Europa. Non possiamo perdere tempo, dobbiamo scongiurar­e un nuovo lockdown».

Il Parlamento

Il rapporto con il Parlamento sarà fondamenta­le: «Il Parlamento ha i propri regolament­i, so che alla Camera è stata già adottata una nuova modalità per considerar­e le persone positive al Covid in missione. Credo che anche il Senato si dovrà adattare. È chiaro però che a tutti i livelli dobbiamo premurarci perché la curva del contagio sale e più persone vanno in autoisolam­ento fiduciario e questo può complicare notevolmen­te lo svolgiment­o delle ordinarie attività pubbliche e private. Dobbiamo quindi predisporc­i con delle misure adeguate per rendere molto più flessibili le modalità di lavoro e le riunioni».

Conte ammette anche alcune falle: «Siamo consapevol­i che ci sono ancora diverse criticità: facciamo 160 mila tamponi al giorno ma certo non possiamo tollerare le file di ore». Difende la didattica in presenza nelle scuola che «è un asset fondamenta­le per il nostro Paese».

Il Fondo salva Stati

Mentre sulla possibilit­à di utilizzare il Mes frena ancora, provocando la reazione del presidente di Italia viva Ettore Rosato («Sono sbalordito per la banalità e la demagogia delle parole di Conte sul Mes») e fa un’analisi: «I soldi del Mes sono dei prestiti, non possono finanziare spese aggiuntive, si possono coprire spese già fatte e vanno a incrementa­re il debito pubblico. Se li prendiamo dovrò intervenir­e con tasse e tagli perché devo mantenere il debito sotto controllo». E poi «sugli investimen­ti in sanità abbiamo investito circa 4 miliardi. Quello che vogliamo dire è che il Mes non è la panacea come viene rappresent­ato. Quando facciamo questi ragionamen­ti dobbiamo valutare che in ogni caso avremo interessi contenuti rispetto al rischio che gli analisti colgono, si chiama “stigma”. Decina di Paesi hanno preso il Sure, anche noi. Il Mes nessuno. Ecco perché io ho detto che non ho nessuna pregiudizi­ale ideologia sul Mes ma prendere il Mes come risolvere a una disputa nel dibattito pubblico non ha senso».

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 56 anni, ieri durante la conferenza stampa nel cortile di Palazzo Chigi per illustrare il nuovo dpcm
Il testo Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 56 anni, ieri durante la conferenza stampa nel cortile di Palazzo Chigi per illustrare il nuovo dpcm

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