INTERVENTI E REPLICHE
Grazie per l’attenzione che il Corriere ha voluto dedicare, da ultimo con il’intervento di Giovanni Belardelli (11 ottobre), all’ingiusta e terribile vicenda dello storico russo Yuri Dmitriev, condannato dalla Corte suprema della Carelia a 13 anni di carcere per una pretestuosa vicenda di pedofilia che in realtà nasconde la volontà di perseguitarlo per il suo lavoro di storico dello stalinismo. Siamo alcuni dei 428 firmatari di 27 Paesi che hanno sottoscritto un appello per la liberazione di Yuri Dmitriev, promosso in Italia dalla fondazione Memorial Italia e vorremmo rispondere a una inesattezza contenuta nello scritto di Belardelli: quella cioè di dire che il caso Dmitriev sia passato sotto silenzio in Italia e non sia stato trattato dalla politica italiana. L’associazione Memorial da anni svolge opera di salvaguardia e tutela della memoria delle fonti storiche del ’900; favorisce lo studio e il confronto sui temi della memoria contemporanea del ‘900; raccoglie le memorie del ’900, che siano utili ad arricchire lo studio del XX secolo soprattutto sui temi della violenza, dei diritti umani, della giustizia, dei totalitarismi; studia la storia passata e presente dei diritti umani. Negli ultimi anni in particolare ha svolto un’opera di divulgazione con seminari nelle scuole e nelle biblioteche dedicate ai diritti umani in Russia. Per il caso Dmitriev ha lanciato l’appello sopracitato per la liberazione di Yuri Dmitriev. Il 22 dicembre 2019 i deputati Quartapelle, Piccoli Nardelli e Romano, firmatari dell’appello di Memorial Italia, hanno presentato una interrogazione al ministro Luigi Di Maio per sapere quali iniziative fossero in corso per sostenere il rilascio di Dmitriev. Il ministero degli Esteri ha risposto il 10 giugno 2020, pochi giorni prima della ripresa delle udienze processuali sul caso, spiegando di aver sostenuto la posizione europea e aver sostenuto l’invio di una lettera del capo della Delegazione Ue a Mosca al Procuratore generale federale per chiedere il rilascio di Dmitriev. Vari media hanno seguito il processo di Dmitriev. Sarebbe davvero un errore cancellare le azioni di tanti, storici, intellettuali e politici, che in Italia si sono mobilitati per la verità sul caso Dmitriev.
Francesca Gori (Memorial Italia), Andrea Gullotta (University of Glasgow), Flavia Nardelli Piccoli (deputata), Lia Quartapelle (deputata), Andrea Romano (deputato)
Confesso di trovare questa lettera incomprensibile. L’inesattezza che mi viene imputata consisterebbe nell’aver ignorato la mobilitazione in favore dello storico Dmitriev. In realtà le iniziative e gli articoli che non ho citato sono tutti di mesi fa e riguardano tutt’al più la condanna, relativamente mite, subita dallo storico russo nel luglio scorso, non quella a 13 anni del 29 settembre. La verità è che di quest’ultima il Corriere, con il mio articolo, è stato l’unico giornale italiano a occuparsi. A tutt’oggi, neppure il sito di Memorial Italia ha riportato la notizia. (Giovanni Belardelli)