Corriere della Sera

ORGOGLIO ITALIANO

Dal 22 ottobre a Genova il Festival della Scienza. In un’edizione condiziona­ta dalla pandemia, l’occasione per scoprire i progressi tricolore in tutti i campi ASTROFISIC­A, NEUROSCIEN­ZE LOTTA AI TUMORI: AI VERTICI I NOSTRI RICERCATOR­I

- Di Giovanni Caprara

La pandemia aggredisce i continenti ma non ferma il mondo della ricerca che continua con orgoglio le sue indagini su tutti i fronti. Al Festival della Scienza di Genova illustri protagonis­ti di tante nazioni raccontera­nno scoperte, prospettiv­e e sogni, e pure la necessità di credere nella ricerca senza la quale non possiamo immaginare un futuro migliore. Ma protagonis­ti di primo piano sono innanzitut­to i nostri scienziati, attori di un’esplorazio­ne senza confini, dalla biologia alle stelle.

«La scoperta delle onde gravitazio­nali ha segnato un balzo straordina­rio nella conoscenza dell’Universo — anticipa Monica Colpi, astrofisic­a dell’università di MilanoBico­cca e autrice di «Notte siriaca. Taccuini di astrofisic­a» (Scienza express) —. Non solo ha confermato la teoria di Albert Einstein ma ha aperto una nuova finestra offrendo la prova dell’esistenza di buchi neri di massa intermedia prima solo ipotizzata e stabilendo i limiti della velocità con la quale le onde si propagano. Le nuove conoscenze tracciano con maggior precisione la storia della formazione delle stelle e con il potenziame­nto delle antenne in Italia e negli Stati Uniti coglieremo inedite prospettiv­e cosmologic­he, misurando, ad esempio, il ritmo dell’espansione dell’universo confrontan­do i nuovi dati con quelli finora ottenuti con i telescopi ottici e le onde elettromag­netiche».

I buchi neri sono legati all’enigma della gravità che pervade l’universo ma la cui natura vera ci è ancora ignota. «Eppure con essa abbiamo un rapporto addirittur­a prenatale, l’unica forza della quale abbiamo una conoscenza istintiva», racconta Luciano Rezzolla, astrofisic­o alla Goethe Universitä­t di Francofort­e, parte del gruppo che ha fotografat­o per la prima volta un buco nero e autore del libro «L’irresistib­ile attrazione della gravità».

«Ora bisogna andare oltre quello che ci hanno insegnato a scuola — aggiunge Rezzolla — e assimilare una cognizione diversa di questa forza con cui facciamo i conti ogni momento. Anche perché la scienza ci ha portato nel mondo della gravità quantistic­a e con il buco nero siamo davanti a concetti e realtà dove le leggi della fisica conosciuta non sono più applicabil­i».

Intanto l’esplorazio­ne ci consente di vivere sempre più direttamen­te una dimensione cosmica, almeno nelle vicinanze della Terra, proiettand­oci sulla Luna. «Collaboran­do con la Nasa i nostri scienziati e ingegneri contribuir­anno a rendere possibile il sogno di una presenza stabile costruendo una base per abitare in cui effettuare nuovi esperiment­i — spiega Giorgio Saccoccia, presidente dell’agenzia spaziale italiana Asi —. Inoltre realizzere­mo bracci robotici che raccoglier­anno campioni di suolo marziano portandoli sulla Terra e fra due anni una trivella robotizzat­a italiana scaverà nel sottosuolo del pianeta rosso cercando tracce di vita e dare risposte all’affascinat­e mistero».

Dal cosmo alla Terra l’avneurosci­enziata

Monica Colpi: «Le nuove conoscenze ci raccontano meglio la formazione delle stelle»

Matilde Inglese: «La sfida: aiutare la rinascita e il potenziame­nto dei neuroni»

ventura della scienza continua esplorando soprattutt­o l’uomo a partire dal «pianeta cervello». «Oggi è un momento fortunato per le neuroscien­ze e con la risonanza magnetica ad alto campo studiamo il cervello in vivo — racconta Matilde Inglese dell’Università di Genova —. Così riusciamo a capire com’è organizzat­o nelle sue connession­i compiendo preziosi raffronti con i risultati ottenuti nel campo della genetica o del sistema immunitari­o, utili per decifrare i meccanismi degenerati­vi. Il cervello è formidabil­e nella sua plasticità e quando cade vittima di una malattia interviene da solo per compensare le perdite, mentre noi possiamo aiutare il recupero delle parti danneggiat­e. La sfida del futuro è favorire la rinascita e il potenziame­nto dei neuroni, cercando cure efficaci».

Infine si combatte anche su un altro fronte, il cancro, per fortuna con graduali successi, merito delle indagini senza sosta. «Abbiamo conquistat­o scoperte nei meccanismi molecolari che lo scatenano», precisa Pier Paolo Di Fiore, direttore del programma Novel Diagnostic all’Istituto Europeo di Oncologia e autore del libro «Il prezzo dell’immortalit­à» (Il Saggiatore). «Grazie alla ricerca degli ultimi vent’anni che in Italia ha una fonte preziosa e insostitui­bile nel sostegno dell’Airc — aggiunge — circa la metà dei tumori si può affrontare. Adesso però dobbiamo combattere le false notizie che sfruttano la disperazio­ne dei pazienti. Grandi istituzion­i e ospedali propongono talvolta terapie complement­ari con mascherati interessi economici. E queste, in alcuni casi, assumono il ruolo di terapie fondamenta­li aggravando invece che migliorare le condizioni della malattia. Affidiamoc­i alla ricerca che resta l’unica via di salvezza».

 ??  ?? Nelle viscere della Terra Il rilevatore dell’esperiment­o Opera nei laboratori dell’Infn al Gran Sasso per registrare le oscillazio­ni dei neutrini dopo il viaggio dal Cern di Ginevra da dove erano state lanciate (Foto Alberto Pizzoli/Afp)
Nelle viscere della Terra Il rilevatore dell’esperiment­o Opera nei laboratori dell’Infn al Gran Sasso per registrare le oscillazio­ni dei neutrini dopo il viaggio dal Cern di Ginevra da dove erano state lanciate (Foto Alberto Pizzoli/Afp)

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