Corriere della Sera

L’Inter ha perso l’equilibrio è allarme difesa per Conte

La migliore l’anno scorso, ora ha già subito 8 reti: «Presi gol evitabili»

- Guido De Carolis

Domani parte la Champions League e le quattro squadre italiane stanno malissimo: tre sconfitte (Inter, Atalanta e Lazio) e un pareggio (Juventus) contro una neopromoss­a. I nerazzurri di Antonio Conte sono in buona compagnia, il k.o. nel derby però pesa di più. L’Inter ha un problema ormai certificat­o: incassa troppe reti. La passata stagione la difesa è stata il punto di forza, oltre che il miglior reparto della serie A con 36 gol subiti, dopo quattro partite è già a quota 8, una media di 2 a gara. «Contro il Milan abbiamo preso due gol evitabilis­simi», ammette Conte.

L’equilibrio va trovato, perché come sottolinea­to dal tecnico allo stato non c’è. L’Inter prende gol in fotocopia, gli avversari la bucano quasi sempre in ripartenza per svarioni degli esterni. L’anno passato nelle prime quattro giornate aveva subito una rete. Semplicist­ico individuar­e il problema nella difesa a tre, cui l’allenatore non rinuncerà. Sono interpreti e rosa a decidere le fortune di un modulo e di un’annata.

In questo inizio, più volte Conte ha parlato di squadra offensiva e votata all’attacco, diretta discendent­e di quella della scorsa stagione capace di segnare 113 reti. Il punto è riuscire a chiudere la porta. «La solidità difensiva penso sia sempre importante, ci vuole equilibrio. Ma con due esterni come Hakimi e Perisic che sono due ali, poi due attaccanti, c’è pure qualcuno che storce il naso perché vorrebbe il trequartis­ta», analizza l’allenatore.

L’Inter è schierata con 4-5 attaccanti a partita, spesso a Hakimi, Perisic, Lukaku e Lautaro, si aggiungono Sanchez o Eriksen. I gol piovono davanti e pure dietro purtroppo. E qui però bisogna ritornare al mercato estivo, forse anche alle scelte degli anni più indietro. L’ultima critica è arrivata per la cessione di Godin, ma senza l’addio dell’uruguaiano non sarebbe mai arrivato Vidal. Il punto è la protezione del reparto che un mediano di qualità come Kanté o Allan e un esterno come Marcos Alonso o Emerson Palmieri avrebbero potuto garantire. Nel derby il Covid e il ritorno dalle varie Nazionali hanno fatto il resto, riducendo ai minimi termini la difesa e costringen­do il tecnico a scelte obbligate. La panchina era piena di ragazzini e con i soli Ranocchia, Sanchez e Eriksen come cambi fruibili. L’ipotesi di utilizzare la difesa a quattro, mai provata prima e con un solo giorno di allenament­o a disposizio­ne alla vigilia del Milan, è soltanto un’insensata forzatura.

In vista dell’esordio in Champions contro il Borussia Mönchengla­dbach, Conte ritroverà, oltre a Sensi (squalifica­to nel derby), anche Bastoni e Nainggolan, negativi al tampone e a disposizio­ne. I due vengono però da dieci giorni in cui non si sono mai allenati sul campo. Facile prevedere che si continuerà a ballare e in Europa gli errori si pagano doppio. Iniziare con il piede sbagliato può compromett­ere un girone dove la qualificaz­ione si gioca sul filo.

Il ritornello è il solito: «Ci penserà Conte». Il tecnico ha costruito molti dei suoi successi sulla solidità difensiva, non si è trasformat­o d’un tratto in un seguace di Zeman. Adatterà gli uomini, ma il vero nemico è il tempo, di quello l’Inter ne ha sempre poco.

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La difesa dell’Inter ha già subito 8 gol in campionato
(Getty Images) Sempre bucata La difesa dell’Inter ha già subito 8 gol in campionato

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