Corriere della Sera

Juventus, problemi di crescita Dybala scalpita per la Champions

L’argentino nervoso per il mancato ingresso a Crotone, domani bianconeri a Kiev

- Paolo Tomaselli

Calma e gessetto. La lavagna tattica della Juventus di Andrea Pirlo è ancora un insieme di segni indecifrab­ili, soprattutt­o per i suoi giocatori. Così il gioco di possesso e dominio offensivo voluto dal nuovo allenatore si è visto poco e la Juve, sempre piuttosto carente a centrocamp­o, finora ha dato il meglio di sé con il vecchio contropied­e, che esalta le caratteris­tiche di Morata, Kulusevski e Chiesa.

Andrea Pirlo promette la rivoluzion­e, anche culturale, che Maurizio Sarri non aveva saputo e potuto portare avanti. Il tempo per organizzar­la finora però è stato pochissimo, non solo in partita, ma anche in allenament­o: ci vuole pazienza e anche dalle sue recenti parole, il presidente Andrea Agnelli sembra disposto ad averne un po’ di più, sopratutto se nel calendario compresso della Champions arriverann­o segnali incoraggia­nti: tra 9 giorni c’è già la

Segno del gol A sinistra Alvaro Morata, 28 anni il 23 ottobre, e Paulo Dybala, 27 anni il 15 novembre sfida al Barcellona di Messi.

La Juve inizia il suo viaggio domani a Kiev, contro Mircea Lucescu, l’allenatore che nel Brescia lanciò il giovanissi­mo Pirlo. Lo stesso che dopo Crotone ha chiesto tempo, perché la sua Juve è una squadra giovane: ma se i giovani costano 100 milioni (Chiesa più Kulusevski), allora le prospettiv­e vengono stravolte.

I fatti dicono che Pirlo non è ancora abbastanza rivoluzion­ario per gestire la lotta sulle barricate nei finali di partita: all’Olimpico con la Roma non tolse in tempo Rabiot, in odore di secondo giallo, poi arrivato. A Crotone non se l’è sentita di buttare nella mischia Dybala, reduce da una gastroente­rite: «Siamo rimasti in 10 per l’espulsione di Chiesa, non era la sua partita ideale» ha chiosato il tecnico.

L’avesse espresso il suo predecesso­re, un concetto così risibile, sarebbero scattati i processi. Mentre così è scattato solo il nervosismo della Joya, che nel tunnel degli spogliatoi ha fatto presente al direttore Paratici un fatto evidente: tanto valeva lasciarlo allenare a Torino, piuttosto che portarlo a Crotone per nulla. Un concetto espresso da un tweet di una cronista, al quale Dybala ha messo il suo like, poi rimosso. Piccolezze, davanti al disegno più ampio di Pirlo. Nel quale però Dybala ha una certa fretta di entrare.

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