«Lo sport italiano lasciato senza tutela»
Petrucci: «Scriverò una lettera ai ministri di Sport ed Economia e a Malagò, la riforma è sbagliata»
Gianni Petrucci è ovviamente preoccupato della situazione dello sport italiano, ne parla come presidente della Federbasket, ma anche come intelligente e diplomatico governatore dello sport, altrimenti non ci stai 14 anni da numero 1 del Coni. Il maledetto virus sta facendo bene il suo mestiere paralizzando ogni attività, secondo Petrucci invece chi guida politicamente lo sport italiano, il ministro Vincenzo Spadafora, gioca una sua partita con troppi personalismi, comprese le guerre che deve combattere. L’ultima contro Ronaldo: «Io sono più vicino alla massima “chi tace non sbaglia mai”. Ma in questo caso siamo alle solite: parlare di Ronaldo si va sui giornali, ma dai risultati se ne esce male».
D’accordo presidente Petrucci, parliamo di sport: la situazione è grave e complessa.
«Per questo oggi scriverò una lettera aperta con tre destinatari: ministro dello Sport Spadafora, ministro dell’Economia Gualtieri e presidente del Coni Malagò. Vuole sapere i temi centrali di questa lettera?».
Siamo qui apposta.
«Sostenere lo sport italiano tutto, uno dei settori industriali più importanti con un alto valore sociale, sul piano economico e fiscale: dialogare con l’agenzia delle entrate per affrontare la crisi finanziaria aggravata dalla pandemia. Sostenere la funzione sociale dello sport. E poi creare un rapporto col Comitato tecnico scientifico: è mai possibile che non si possa parlare con il Cts. Si dialoga con tutti, si ascoltano giustamente i vari settori imprenditoriali, lo sport invece non viene interpellato».
Verrà interpellato il ministro dello Sport Spadafora.
«Appunto, bisogna ridare centralità al Coni. Storicamente il Coni è sempre stato il monumento dello sport italiano. Da tutto il mondo si veniva a studiare il Coni come un modello. Si vuole approvare una riforma che invece impoverisce sport, Coni e federazioni».
Lei ce l’ha con Spadafora anche perché vuole rinnovare lo sport italiano e porre limiti ai mandati delle presidenze federali.
«Non ce l’ho con lui, mi creda. Non scendo mai sul piano personale, come fa il ministro, che ha offeso i presidenti
La bozza della nuova legge è divisiva, non interpreta affatto le esigenze dello sport e toglie centralità al Coni
Non ce l’ho con Spadafora, anche se ha offeso i presidenti federali. Mi interessa solo salvare i valori del nostro movimento
federali. Sto lontano, io, dagli insulti. Ce l’ho, questo sì, con la sua riforma: se questa bozza di legge non ha fatto passi in avanti in Parlamento vorrà pur dire qualcosa? È divisiva, non interpreta affatto le esigenze dello sport italiano e soprattutto toglie centralità al Coni».
Quando dice che ci sono presidenze federali occupate da decenni dagli stessi uomini non ha torto.
«Giusto rinnovare, ma essere competenti e adeguati al ruolo non può diventare una colpa. Io mi confronto con i valori democratici, noi presidenti veniamo eletti. Si pongano pure dei limiti, ma non con i mandati in corsa».
Cosa si aspetta dalla sua lettera aperta a Gualtieri, Spadafora e Malagò?
«La tutela dello sport italiano. Non sappiamo più a chi rivolgerci: questo ministero dello Sport ha creato il Dipartimento dello sport, snaturando Sport e Salute, Coni. Il Coni va riportato al suo ruolo centrale».