Corriere della Sera

Yamaha k.o. Vince Rins davanti a Marquez jr

- Paolo Lorenzi

Un Gran premio senza Rossi né Marquez è già di per sé un’anomalia. Non capitava da Barcellona 2010. Così come non succedeva dal 1999 che al via non si schierasse nemmeno un campione della classe regina. Eppure è successo, tutto questo, ieri ad Aragon. L’indizio di una gara che non poteva che rivelarsi singolare. Come poi ha confermato il risultato. Senza nulla togliere ai meriti di Rins, Marquez jr e Mir nessuno avrebbe scommesso su di loro alla viglia. Le Yamaha (prive di Rossi assente causa Covid) partite con i favori del pronostico sono crollate dopo pochi giri. Una dopo l’altra. Prima Quartararo scattato dalla pole position e finito diciottesi­mo a causa di un inconvenie­nte alla gomma anteriore; poi Viñales, partito dalla seconda casella e scivolato fino al quinto posto dopo aver subito l’unodue delle Suzuki di Rins e Mir e il knock out di Alex Marquez, come un pugile alle corde. Infine Morbidelli, proiettato verso il podio dopo un’ottima partenza, sogno finito dopo tre giri. «Al momento della gara le temperatur­e sono salite — ha spiegato il romano della Yamaha Petronas —, scombussol­ando la resa delle gomme». Le gomme, se ne parla spesso come l’ago della bilancia di un campionato condiziona­to dal loro rendimento. Se ne lamentano quasi tutti i piloti. Tranne i due della Suzuki, tra i pochi in grado di firmare grandi rimonte. «Me lo sentivo di poter fare una gran gara» ha detto il vincitore Rins, scattato dalla decima posizione. «Speravo fosse la volta buona per la mia prima vittoria, ma negli ultimi giri ero in difficoltà», ha detto Mir, terzo dopo l’avvio dal sesto posto. Ma la vera sorpresa è il secondo posto di Alex Marquez, partito undicesimo. Secondo podio, dopo Le Mans, che cancella una sfilza di risultati anonimi. «La Honda non è certo una moto facile, va capita ed esser il fratello di Marc non aiuta perché tutti si aspettano molto. Ma anche questo fa parte del gioco e non mi dispiace». Più sereno Dovizioso, settimo dopo le polemica in qualifica con l’amico Petrucci, finito quindicesi­mo.

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