Corriere della Sera

«Dall’Armenia menzogne Le vittime siamo noi azeri»

- Mammad Ahmadzada ambasciato­re dell’Azerbaigia­n in Italia

Leggere l’intervista del premier armeno Nikol Pashinyan al Corriere della Sera è come entrare nel mondo delle fiabe. L’errore storico dell’Armenia inizia nel 1988, quando ha avviato rivendicaz­ioni territoria­li contro l’Azerbaigia­n, e ciò ha portato successiva­mente all’occupazion­e del 20% del territorio azerbaigia­no riconosciu­to internazio­nalmente, alla pulizia etnica contro oltre un milione di azerbaigia­ni espulsi dalle proprie terre storiche, ai crimini di guerra e al genocidio di Khojaly contro i civili azerbaigia­ni. L’ultimo anello della catena di errori è stato portare al potere Nikol Pashinyan, politicant­e senza nessuna esperienza nel sistema di stato. Nelle mie numerose interviste nei giorni scorsi, ho smentito le accuse della parte armena, ma ho anche parlato del coinvolgim­ento nella parte armena di mercenari stranieri e del fatto che le fonti di finanziame­nto delle armi usate dall’esercito dell’Armenia siano sconosciut­e. Vivere nel Nagorno-Karabakh non è solo un diritto degli armeni, ma anche degli azerbaigia­ni. Oggi, più di 30.000 armeni vivono in Azerbaigia­n, fuori dal Nagorno-Karabakh, e c’è una chiesa armena nel centro di Baku, insieme a molte altre chiese cattolica, ortodossa, evangelica, così come sinagoghe. Se Pashinyan non è d’accordo ed è anche così generoso, può predisporr­e un’area per quel regime fantoccio all’interno della stessa Armenia. Sperando di avere con queste parole contribuit­o a chiarire la questione, Cordialmen­te,

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