Corriere della Sera

TOTI, L’EX DELFINO CHE HA FERITO IL CAVALIERE

- di Aldo Grasso

Mi chiamo Giovanni Toti. Silvio Berlusconi grida al tradimento in casa: «Sono arrabbiati­ssimo con Toti. Gli ho telefonato e lasciato più volte messaggi ma non mi risponde più». Il governator­e della Liguria ha escluso Forza Italia dalla sua giunta. Una notizia che è andata di traverso al Cavaliere, un imperdonab­ile sgarbo personale.

Ma come, Toti è una sua creatura al cento per cento e adesso il figlio tratta il padre come vittima sacrifical­e?

Laureato in Scienze politiche, a 28 anni Toti firma il primo contratto con Mediaset. Parte dal basso, ma in pochi anni colleziona promozioni su promozioni, fino alla direzione del Tg4. Inoltre, a Mediaset incontra e poi impalma la collega Siria Magri. Da ex delfino a traditore? Dante, che considerav­a il tradimento «politico» un peccato imperdonab­ile, pone Giuda, Bruto e Cassio al centro dell’Inferno, in compagnia di Lucifero: traditori dello Stato, e di Dio. Se leggiamo questa storia da un punto di vista umano, il voltafacci­a appare una ferita non suturabile.

Ma siamo in politica e di Dante si celebra quest’anno il 700° anniversar­io della morte: altri tempi. Oggi, il vero problema dei partiti è che non riescono mai a mantenere le promesse e le premesse. Quindi, il tradimento, come si dice in teologia, è consustanz­iale, della stessa sostanza.

Lo sgarbo Forza Italia esclusa dalla giunta in Liguria Promesse e premesse nei partiti

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