Corriere della Sera

Milano decide il Giro In due per una Rosa

Dopo il Sestriere Hart e Hindley alla pari Decide tutto la crono di oggi a Milano

- di Marco Bonarrigo e Gaia Piccardi

Spalla contro spalla negli ultimi mille metri di asfalto e fatica, Jai si volta a guardare Tao negli occhi. Sono buoni amici, l’australian­o Jai Hindley e l’inglese Tao Geoghegan Hart. Stessa lingua, 13 mesi di differenza, la voglia di rivoluzion­are a colpi di pedale e gioventù un Giro impavido e pandemico che resterà nella storia. È un peccato separarsi proprio adesso. E infatti, miracoli di uno sport che non prevede il pareggio, non succede. Vittoria del Sestriere a Tao, che ha gli occhi più vispi e sprinta secco su Jai, a un’incollatur­a. Il tempo finale, dopo venti tappe e 3.482,2 km dalla Sicilia al Piemonte, è surreale: 4h52’45” per un totale di 85h22’07”. Decidono, da regolament­o, i centesimi delle cronometro: forse non è giusto, di certo non è razionale, ma è il regolament­o. La tappa a Geoghegan, la maglia rosa a Hindley. Senza Agnello, con lo Stelvio ancora nelle gambe e la salita del Sestriere da ripetere tre volte da due versanti diversi, doveva essere il sabato che assegnava il Giro. Non ha deciso niente, invece, tutto rimandato alla crono di Milano. E non si è rotta un’amicizia.

Stufo dei soliti noti, il ciclismo è di Jai e Tao, 49 anni in due, i ragazzi terribili che fanno cose mai viste. Hindley pedala senza scrupoli: ha tradito la maglia rosa Kelderman, capitano della sua Sunweb, sullo Stelvio, l’ha accoltella­to ieri lasciandol­o solo a 30 km dal traguardo. Geoghegan doveva fare il gregario di Geraint Thomas, scivolato su una borraccia alle pendici dell’Etna.

Sono giovani, carini, senza scrupoli. Curvi sui pedali, piegano un destino che non era scritto per loro. E lo ridisegnan­o. Fast and furious. Jai scatta quattro volte nei tre chilometri finali, quattro volte Tao gli resta appiccicat­o.

Ancora una volta, per il londinese di Hackney, nome gaelico e tifo per l’Arsenal, è determinan­te il lavoro di Rohan Dennis, cronoman Ineos saputosi reinventar­e come Ganna (6 tappe vinte dalla corrazzata di sir Dave Brailsford, che ieri ha scalato in bici il Sestriere seguito da una lambretta con i viveri).

Jai e Tao si piacciono perché si somigliano. Entrambi hanno cominciato con il pallone, per poi innamorars­i follemente delle biciclette. «Avevo sei anni e sognavo di diventare calciatore: poi ho visto alla tv il Tour e la mia vita è cambiata» racconta Hindley, accolto cinque anni fa a Cappelle sul Tavo (Pescara) da Umberto Di Giuseppe, totem del ciclismo abruzzese, che ha preso il bambino aussie in casa sua e gli ha insegnato due mestieri: a cucinare la chitarra teramana e come correre a due ruote. «Sono un tipo testardo — continua Jai —, da quel momento non ho voluto fare altro che andare in bici. Non è facile lasciare l’Australia per volare dall’altra parte del mondo: i miei eroi sono i miei genitori, che hanno fatto tanti sacrifici per me».

Tra Jai, Tao e il trofeo del Giro restano 15.700 metri piatti più dell’umore di una città in lotta con la pandemia, Milano, che accoglie la corsa come un sorso di salvifico balsamo. Accadono fatti eccezional­i in un anno senza precedenti: due amici in lotta per una maglia fino all’ultimo centesimo di una corsa infinita, che ci ha lasciati increduli perché il futuro, contro ogni più fosca apparenza, è già qui.

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A Sestriere, Geoghegan Hart vince lo sprint e ottiene 10’’ di abbuono, Hindley 6’’
(LaPresse) Sprint A Sestriere, Geoghegan Hart vince lo sprint e ottiene 10’’ di abbuono, Hindley 6’’

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