Corriere della Sera

Nel gruppo Pse o con Macron L’approdo Ue per pesare di più

- di Emanuele Buzzi

Divisi alla meta anche in Europa. O quasi. I 5 Stelle vivono a Bruxelles forse più che in altri posti la frattura tra ala ribelle e ala governista che sta scuotendo il Movimento da settimane. Negli ultimi giorni la tensione interna è cresciuta fino allo scontro sul voto sulla Pac, il fondo sulla politica agricola sostenuto da socialisti, popolari e liberali: nove M5S favorevoli, gli altri cinque (i ribelli) contrari violando la regola del voto a maggioranz­a. Ignazio Corrao si è schierato contro e ha detto che «il Parlamento europeo ha dato il peggio di sé sul voto sulla riforma e noi e i Verdi europei ci siamo opposti», un riferiment­o che in molti hanno letto come prossima mossa dell’ala vicina a Di Battista. E ora gli orizzonti interni sembrano davvero incerti. La scissione — almeno lì — non è esclusa e non è detto che Bruxelles non sia l’avanguardi­a di ciò che potrebbe poi succedere altrove. Ad alimentare lo scontro vi è soprattutt­o la collocazio­ne del gruppo all’interno del Parlamento europeo. Un tema che è tornato prepotente­mente alla ribalta nelle ultime settimane, con Luigi Di Maio che recentemen­te tra i punti chiave dell’agenda per il futuro ha ribadito la necessità di collocare il M5S nell’alveo di una famiglia europea. Il discorso con i Verdi è a un binario morto. E ora sul tavolo del Movimento rimangono due carte: i socialisti e i macroniani. Da un lato il Pse, che — visti i rapporti di governo con i dem e il ruolo di David Sassoli in Europa — pare essere un approdo più scontato in questa fase, dall’altro Renew Europe in cui il Movimento avrebbe un peso specifico «maggiore», risultando di fatto una delle principali forze in seno al gruppo e mantenendo in chiave politica un orientamen­to più centrista. I dialoghi sono stati avviati e stanno accelerand­o, provocando il malumore dei ribelli che invece confidano ancora in un asse con i Verdi sui quali pesa però come un macigno il loro niet a Rousseau, difeso a spada tratta dai ribelli. Su questo c’è stallo e non è esclusa una doppia collocazio­ne con frattura difficile poi da ricomporre a Roma.

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