Corriere della Sera

«Laureandi in medicina: un futuro senza pratica?»

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Mia figlia è una studentess­a al sesto anno di medicina a Milano, la prossima estate sarà medico a tutti gli effetti. Dopo anni di «studi matti e disperatis­simi» sulle «sudate carte», questo dovrebbe essere l’anno sul campo: finalmente in reparto, affiancare medici che tramandano anni di esperienza, rapportars­i con i casi clinici, con i pazienti, gli infermieri, con la vita dell’ospedale a 360 gradi. Ora causa Covid questo viene negato, la presenza dei futuri medici all’interno delle strutture sembra costituire un problema e non un valore aggiunto. Allora io mi chiedo: pur tra le tante difficoltà di reparti chiusi e riadattame­nto delle strutture ospedalier­e, non sarebbe possibile trovare un modo di non far rimanere a casa i quasi medici a fare pratica on line? Tra qualche mese come potranno svolgere il loro lavoro con competenza e profession­alità? I laureandi in medicina dovrebbero poter concludere il loro corso di studi come previsto nonostante e soprattutt­o nella situazione d’emergenza del momento. Su di un punto sono stati rassicurat­i: in ogni modo si laureerann­o. Ma in una logica di serietà e passione non è questa la sola rassicuraz­ione richiesta. Credo che qualcuno dovrebbe trovare rapidament­e una soluzione, il rischio è una classe medica futura sempre meno all’altezza .

Barbara Mascherpa, Milano

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