Maia l’europeista vince in Moldova
Presidenziali, battuto il filorusso. Ma Putin si congratula
In Moldova, al voto per le presidenziali, una valanga di voti per Maia Sandu, leader europeista. Battuto il filorusso. Putin si congratula.
Maia Sandu, la candidata europeista alle presidenziali della Moldova, ha vinto con largo margine le elezioni. E anche se il filorusso Igor Dodon, suo avversario, ha annunciato di voler ricorrere alla magistratura contro presunti brogli, Vladimir Putin è stato fra i primissimi ad accettare il voto e a congratularsi con la quarantottenne vincitrice. Insomma nessuna attesa dei risultati definitivi, come invece il Cremlino sembra voler fare con il voto americano, visto che il presidente russo non ha ancora ufficialmente preso atto della sconfitta di Donald Trump.
Il fatto è che per la Moldova la Russia ha deciso un atteggiamento molto più realistico, considerando anche che il presidente uscente aveva affidato proprio alla Sandu l’incarico di formare un governo di coalizione poco più di un anno fa. E che la donna, brillante economista che ha lavorato alla Banca Mondiale a Washington, ha sempre mantenuto buoni rapporti con il Cremlino. Pure ieri, subito dopo la proclamazione dei risultati definitivi, ha dichiarato: «I rapporti con Mosca vanno sviluppati. Intendo portare avanti una politica estera equilibrata e un dialogo pragmatico con tutti i Paesi, compresa la Russia».
Il voto non lascia adito a dubbi, con uno schiacciante 57,7% contro il 42,3 di Dodon. Per la neopresidente hanno votato in massa i moldavi all’estero che, secondo alcuni calcoli, sarebbero più di un milione su una popolazione totale di tre milioni e mezzo. Ci sono state file chilometriche nei seggi allestiti in tutti i Paesi della Ue (trenta solo in Italia) dato l’interesse della competizione. Secondo il quotidiano russo Kommersant, i moldavi della diaspora avrebbero votato in 260 mila e
Transnistria
Al voto anche la regione secessionista, dove ha prevalso l’avversario Igor Dodon
più dell’88 per cento dei consensi sarebbero andati a Sandu. Senza di loro, ha calcolato ancora il giornale moscovita, il margine di successo sul presidente uscente sarebbe stato solo del 3 per cento. Sono andati alle urne anche moltissimi abitanti della Transnistria, la regione russofona che ha proclamato la secessione dopo lo scioglimento dell’Urss. In questo caso la stragrande maggioranza dei voti si è invece concentrata su Dodon.
Con la Sandu si sono congratulati già moltissimi esponenti politici del vecchio continente, a cominciare dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli. I legami tra Moldova ed Ue sono destinati ad aumentare, come pure gli aiuti sui quali la Sandu punta molto. Niente da fare, invece, per i sogni di ingresso nell’Unione, visto il contenzioso sempre aperto con la Transnistria.
La situazione politica però è tutt’altro che risolta in quanto il partito socialista di Dodon aveva fino a prima delle presidenziali la maggioranza dei seggi nel parlamento di Chisinau. E il leader socialista ha già fatto sapere che intende continuare lo scontro in parlamento. «Abbiamo il gruppo più numeroso in parlamento e sono certo che avremo una maggioranza che continuerà a sostenere l’attuale governo», quello guidato da Ion Kiku vicino al presidente uscente.
Se il governo dovesse andare in minoranza, Sandu potrebbe chiamare il Paese ad esprimersi anche in consultazioni politiche, forte del successo delle presidenziali. In questo momento però elezioni generali sarebbero assai complicate da tenere, a causa della situazione economica e della pandemia rampante. Il Covid ha mietuto già duemila vittime e le persone infettate sono quasi novantamila, con un aumento quotidiano di quasi 1.500 casi.