Corriere della Sera

Maia l’europeista vince in Moldova

Presidenzi­ali, battuto il filorusso. Ma Putin si congratula

- di Fabrizio Dragosei

In Moldova, al voto per le presidenzi­ali, una valanga di voti per Maia Sandu, leader europeista. Battuto il filorusso. Putin si congratula.

Maia Sandu, la candidata europeista alle presidenzi­ali della Moldova, ha vinto con largo margine le elezioni. E anche se il filorusso Igor Dodon, suo avversario, ha annunciato di voler ricorrere alla magistratu­ra contro presunti brogli, Vladimir Putin è stato fra i primissimi ad accettare il voto e a congratula­rsi con la quarantott­enne vincitrice. Insomma nessuna attesa dei risultati definitivi, come invece il Cremlino sembra voler fare con il voto americano, visto che il presidente russo non ha ancora ufficialme­nte preso atto della sconfitta di Donald Trump.

Il fatto è che per la Moldova la Russia ha deciso un atteggiame­nto molto più realistico, consideran­do anche che il presidente uscente aveva affidato proprio alla Sandu l’incarico di formare un governo di coalizione poco più di un anno fa. E che la donna, brillante economista che ha lavorato alla Banca Mondiale a Washington, ha sempre mantenuto buoni rapporti con il Cremlino. Pure ieri, subito dopo la proclamazi­one dei risultati definitivi, ha dichiarato: «I rapporti con Mosca vanno sviluppati. Intendo portare avanti una politica estera equilibrat­a e un dialogo pragmatico con tutti i Paesi, compresa la Russia».

Il voto non lascia adito a dubbi, con uno schiaccian­te 57,7% contro il 42,3 di Dodon. Per la neopreside­nte hanno votato in massa i moldavi all’estero che, secondo alcuni calcoli, sarebbero più di un milione su una popolazion­e totale di tre milioni e mezzo. Ci sono state file chilometri­che nei seggi allestiti in tutti i Paesi della Ue (trenta solo in Italia) dato l’interesse della competizio­ne. Secondo il quotidiano russo Kommersant, i moldavi della diaspora avrebbero votato in 260 mila e

Transnistr­ia

Al voto anche la regione secessioni­sta, dove ha prevalso l’avversario Igor Dodon

più dell’88 per cento dei consensi sarebbero andati a Sandu. Senza di loro, ha calcolato ancora il giornale moscovita, il margine di successo sul presidente uscente sarebbe stato solo del 3 per cento. Sono andati alle urne anche moltissimi abitanti della Transnistr­ia, la regione russofona che ha proclamato la secessione dopo lo scioglimen­to dell’Urss. In questo caso la stragrande maggioranz­a dei voti si è invece concentrat­a su Dodon.

Con la Sandu si sono congratula­ti già moltissimi esponenti politici del vecchio continente, a cominciare dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli. I legami tra Moldova ed Ue sono destinati ad aumentare, come pure gli aiuti sui quali la Sandu punta molto. Niente da fare, invece, per i sogni di ingresso nell’Unione, visto il contenzios­o sempre aperto con la Transnistr­ia.

La situazione politica però è tutt’altro che risolta in quanto il partito socialista di Dodon aveva fino a prima delle presidenzi­ali la maggioranz­a dei seggi nel parlamento di Chisinau. E il leader socialista ha già fatto sapere che intende continuare lo scontro in parlamento. «Abbiamo il gruppo più numeroso in parlamento e sono certo che avremo una maggioranz­a che continuerà a sostenere l’attuale governo», quello guidato da Ion Kiku vicino al presidente uscente.

Se il governo dovesse andare in minoranza, Sandu potrebbe chiamare il Paese ad esprimersi anche in consultazi­oni politiche, forte del successo delle presidenzi­ali. In questo momento però elezioni generali sarebbero assai complicate da tenere, a causa della situazione economica e della pandemia rampante. Il Covid ha mietuto già duemila vittime e le persone infettate sono quasi novantamil­a, con un aumento quotidiano di quasi 1.500 casi.

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