Corriere della Sera

IN TEMPO DI PANDEMIA MEGLIO FUMARE A CASA PROPRIA

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Caro Aldo, ma non è assurdo tenere aperte le tabaccheri­e e nello stesso tempo imporre il divieto di fumo in strada? La solita ipocrisia italiana... Marco Ferrari

Non finirò mai di ringraziar­e l’ex ministro della salute Sirchia che ha liberato i luoghi pubblici dal fumo. È l’ora di fare un passo avanti. Come la mettiamo con quelli che si tolgono la mascherina, con la scusa di fumare? Gaetano Mapelli

Non voglio difendere i fumatori, ma se sono soli, io non vedo il problema. Grazia Vitali

Sono contento se finalmente non respirerò più il fumo degli altri quando sono in strada. Antonio Rinaldi, Milano

Cari lettori,

Molti di voi si sono lamentati per il divieto di fumare per strada. Mi spiace ma non sono d’accordo. Fumare fa male, questo ormai è accertato. I principi della società liberale, in cui per fortuna viviamo, consentono a una persona di farsi del male; ma non le consentono di far del male agli altri. Imporre ad altri i propri vizi non è educato; in piena pandemia, è pure pericoloso. Perché abbassare la mascherina per mangiare o bere è un conto; per fumare è un altro. Fosse per me, vieterei il fumo all’aperto sempre e comunque, anche nei dehors dei ristoranti; a maggior ragione il sigaro, che a molti piace, ma che alcuni trovano pestilenzi­ale. Soprattutt­o perché è il sigaro altrui. Perché non possiamo sentire il profumo del nostro vino e del nostro cibo, che abbiamo ordinato e che pagheremo, e dobbiamo sentire l’olezzo del vostro sigaro? (Purtroppo quasi tutti i fumatori di sigaro, quando viene loro chiesto di rinunciare, la prendono malissimo; e con più garbo glielo si chiede, peggio è).

Questo naturalmen­te vale in tempo di pace. In tempo di guerra le regole diventano più severe. E quindi chi vuole fumare, per cortesia, fumi a casa propria. Per strada si tiene la mascherina. Mi rendo conto che ci sono cose più urgenti e più pericolose: in questi giorni, ad esempio, si rischia di più per i monopattin­i che sfrecciano sui marciapied­i che per qualche sigaretta. Ma stavolta abbiamo parlato di questo. Del resto, per boicottare gli austriaci i milanesi rinunciaro­no proprio al fumo; mentre i soldati occupanti fumavano ostentatam­ente il sigaro, e prendevano a sciabolate i nostri trisavoli che si rifiutavan­o.

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