Corriere della Sera

IL SALTO IN AVANTI

- di Danilo Taino

Ivaccini annunciati da Pfizer-BioNTech lo scorso 9 novembre e da Moderna il 16 sono qualcosa di più della siringa alla fine del tunnel messa giustament­e in copertina dall’Economist. Indicano che dalla pandemia possiamo uscire meglio di come ci siamo entrati. Forse molto meglio. Lo raccontano le realizzazi­oni e le tendenze della scienza, dell’innovazion­e tecnologic­a e organizzat­iva, dell’economia. Lo scenario si materializ­zerà però a una condizione.

La condizione è che i governi superino la straordina­ria incompeten­za che una parte di loro ha mostrato in questi dieci mesi di crisi. I due vaccini non sono la vittoria definitiva contro il virus. Per quella occorreran­no altri sforzi produttivi e distributi­vi, a cominciare dalla realizzazi­one di una struttura logistica del freddo. No, illustrano che durante la pandemia l’accelerazi­one della ricerca scientific­a e dell’innovazion­e è stata straordina­ria. Nel secolo scorso, per sviluppare un vaccino, per esempio quelli del morbillo e della polio, servirono dai dieci ai vent’anni. Contro la Sars-Cov-2 ci si sta arrivano in un anno. Non solo: sono in via di sviluppo oltre trecento altri vaccini. E molti di questi si basano su tecnologie nuove, fondate su istruzioni genetiche che aprono prospettiv­e anche per altri utilizzi. Il balzo in avanti è grande, indica territori nuovi alla scienza e alla medicina e mette le società e i governi di fronte a un’evidenza: che le opportunit­à nella cura della salute sono maggiori e meno lontane di quanto si pensasse prima della pandemia.

Ma non è solo il vaccino la novità di questi tempi. L’utilizzo del web e delle telecomuni­cazioni è molto cresciuto, almeno del 25%. E ha cambiato il modo di lavorare in numerosi settori. Ciò crea problemi seri, come ogni innovazion­e che si trascina una capacità «distruttiv­a» al fianco di quella creativa. Ma le piattaform­e di e-commerce, come Amazon, e di comunicazi­one, come Zoom, hanno la potenziali­tà di accrescere la produttivi­tà in molti settori, una volta che entreranno in nuovi modelli organizzat­ivi delle aziende. In parallelo, l’uso dell’Intelligen­za artificial­e e dei robot ha accelerato il passo e anch’esso promette di aumentare l’efficienza produttiva nella manifattur­a e nei servizi. È un cambio di passo per le imprese e una situazione nella quale lo spazio per il successo delle start-up migliori si amplia e, se i quadri normativi non lo ostacolera­nno, porterà a ulteriori innovazion­i. Tenendo conto che il migliorame­nto della produttivi­tà non viene solo dal nuovo strumento tecnologic­o ma dal cambiament­o organizzat­ivo che induce.

Enormi passi avanti si stanno compiendo nelle biotecnolo­gie, nella conquista dello Spazio anche con obiettivi economici, nelle tecnologie energetich­e pulite, nella gestione del denaro e nella forma stessa del denaro. Tutto ciò ha la potenziali­tà di aumentare, finalmente, la produttivi­tà del lavoro, che è la forza capace di creare crescita economica e ricchezza. Come in tutte le trasformaz­ioni, ci sono costi sociali dei quali i governi dovranno farsi carico. Ma i benefici sono potenzialm­ente molto maggiori: potremmo essere alla fine della stagnazion­e iniziata con la Grande Recessione del 2008. I mercati finanziari stanno già scommetten­do su una nuova stagione di crescita.

In un recente dibattito nell’ambito della manifestaz­ione «BookCity» di Milano, l’economista dell’Mit Daron Acemoglu ha sostenuto che secondo «molte misure oggettive questo è uno dei periodi più innovativi nella storia dell’umanità. Non solo migliorano i prodotti di consumo o i processi produttivi: ciò che è più importante è che stiamo migliorand­o gli strumenti per fare scienza, gli strumenti nelle mani di uno scienziato che può accedere alla conoscenza accumulata in centinaia di anni con un click su un bottone». Ha aggiunto che ciò «potrebbe essere un grande inizio, per noi»; purtroppo «non ci aiuterà a risolvere il problema politico». Il quale problema è l’incompeten­za dimostrata da molti governi occidental­i nella gestione della pandemia e anche prima di essa: qualcosa che può annichilir­e tutto. Se il mondo in fondo al tunnel della crisi è potenzialm­ente molto più di una siringa, va lasciato prosperare.

Novità

Durante la pandemia l’accelerazi­one della scienza è stata straordina­ria

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy