Piano anti Covid indaga Gratteri Cotticelli: c’era un sistema ostile
Adesso c’è un’indagine giudiziaria sulla gestione dell’emergenza coronavirus in Calabria. Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri ha aperto un fascicolo che per il momento è senza ipotesi di reato e senza indagati, ma contiene denunce, esposti e carte già a disposizione degli inquirenti. Comprese quelle portate dall’ex commissario straordinario Saverio Cotticelli, rimosso dopo le interviste tv sul piano anti Covid; il generale dei carabinieri in pensione ha mostrato di scoprire davanti alle telecamere di essere lui a doversene occupare, salvo poi denunciare uno stato confusionale attribuito a non si sa che cosa. Come aveva preannunciato, Cotticelli s’è presentato in Procura e ora saranno i magistrati a cercare di ricostruire la verità ed eventuali responsabilità. Sul piano fantasma e non solo. A prescindere dalla posizione e dalla versione dell’ex commissario, infatti, il procuratore Gratteri ha affidato una delega alla Guardia di finanza per raccogliere il materiale necessario a stabilire chi doveva occuparsi di prevenire la crisi del sistema sanitario regionale che ha trasformato la Calabria in «zona rossa». A Gratteri si sono rivolti pure i rappresentanti locali di Cgil, Cisl e Uil, per depositare un esposto di tredici pagine più allegati su presunte responsabilità delle Aziende sanitarie provinciali, due delle quali sono state commissariate per sospette infiltrazioni della ‘ndrangheta.
Proprio ieri, davanti alla commissione Affari sociali della Camera, Cotticelli ha provato a difendere il suo operato: «Non posso dire di essere stato minacciato, né ostacolato dalla criminalità organizzata, ma c’era un sistema, un’atmosfera che, pur invisibile, provocava una pressione ambientale. Era una solitudine che non riuscivi a estrinsecare in fatti, persone o situazioni meritevoli di denuncia penale». Ora però è andato dal procuratore.