Corriere della Sera

Le scuse di Conte «Fatti passi falsi Ma mi assumo tutta la responsabi­lità»

«Le decisioni prese nel confronto con i ministri» Il premier soddisfatt­o per l’intesa con Emergency

- di Monica Guerzoni

«Mi assumo tutta la responsabi­lità». Alle nove di sera, quando Giuseppe Conte risponde al telefono da Palazzo Chigi, tutto è già successo. Il clamoroso passo indietro di Eugenio Gaudio, la rissa che lacera la maggioranz­a e il bombardame­nto della destra per la catena di gaffe, silurament­i e arretramen­ti sul commissari­o della Sanità in Calabria. L’incipit del premier, che ammette i «passi falsi» e spera di trovare al più presto «la persona giusta», è netto: «Mi assumo tutta la responsabi­lità». Lo ripete una, due, cinque volte, perché è chiaro che ha urgenza di ricompatta­re la maggioranz­a: «Non si è aperta nessuna crepa per un motivo semplice. È stato un percorso condiviso con tutti i ministri coinvolti».

Dello scontro tra Pd e 5 Stelle sul Mes e sugli altri dossier Conte non vuol parlare: «Tensioni fortissime? Non direi... C’è la giusta preoccupaz­ione e il forte dispiacere per non avere ancora trovato la soluzione ottimale per la comunità calabrese». Il commissari­o «di elevata caratura profession­ale» ancora non si è trovato, ma Conte promette una «svolta immediata», che ha il nome e il cognome di Gino Strada. Il fondatore di Emergency non prenderà il posto di Gaudio come commissari­o: «Nei tanti colloqui di questi giorni non ha mai dichiarato di essere interessat­o a questo profilo e io non gliel’ho mai proposto, ritenendo non fosse interessat­o a trasferirs­i in Calabria per ripianare la voragine dei conti». Ma da oggi Strada sarà lì per dare una mano sul fronte dell’emergenza: «Il fatto nuovo è che dando seguito al confronto in Protezione civile con Boccia e Borrelli abbiamo siglato una convenzion­e in virtù della quale, come da me auspicato, Emergency già da domani (oggi, ndr) sarà operativa per l’emergenza in Calabria con ospedali da campo e collaborer­à a realizzare Covid hotel».

Per placare le tensioni fortissime che il caso Calabria ha portato a galla il premier si addossa il peso della figuraccia che ha fatto perdere la faccia al governo: «Mi assumo tutta la responsabi­lità. Non solo del fatto che la designazio­ne di Gaudio non sia andata a buon fine, ma anche delle precedenti designazio­ni». Di Cotticelli, che a sua insaputa doveva redigere il piano per il rientro della voragine finanziari­a e che, ammette Conte, «si è scoperto essere in difficoltà in quel ruolo e anzi mi dispiace che si sia scoperto così tardi». Anche le scuse arrivano tardi, con il timoniere che, nella burrasca, fatica a guidare la caravella gialloross­a.

«E mi dispiace — continua Conte — anche per il fatto di non avere risolto per la sanità calabrese con la seconda designazio­ne, quella di Zuccatelli». L’uomo scelto da Roberto Speranza è stato costretto alle dimissioni per la gaffe delle mascherine che «non servono a un c...», e anche qui Conte ammette lo scivolone: «Gestisco tanti dossier, non ho la possibilit­à di effettuare controlli nel dettaglio, ma è evidente che le responsabi­lità non possono che ricadere prioritari­amente su di me, se coinvolgon­o il governo». I rapporti con il ministro della Salute sono ai minimi termini? «Assolutame­nte no. Il processo decisional­e si è sviluppato nel pieno confronto con tutti i ministri direttamen­te coinvolti». Come a dire che non ha scelto da solo. E poiché Speranza avrebbe voluto tenersi Zuccatelli, Conte conferma che la persona è di «assoluta competenza». Ma poi è spuntato quel video imbarazzan­te, con quelle «dichiarazi­oni inappropri­ate che hanno aperto una ferita con la comunità calabrese».

Ferita che il premier avrebbe voluto sanare con «l’alto profilo» di Gaudio («Mi ha colpito, non sapevo fosse calabrese»), poi però è venuto fuori che la moglie non vuole trasferirs­i a Catanzaro. È solo questo, il motivo del passo indietro? O hanno pesato i sospetti sul concorso alla Sapienza al quale Conte voleva partecipar­e con Gaudio rettore? «Io posso allontanar­e i sospetti, ma è difficile allontanar­e le stupidaggi­ni. Mai avuto rapporti col rettore Gaudio da candidato». E c’entra qualcosa Arcuri, altro calabrese? «No, Gaudio è un nome che lievita da solo. Non fantastich­iamo». Non sarà stato invece per l’inchiesta sui concorsi truccati o per le proteste veementi dei 5 Stelle? «Per quanto riguarda i problemi familiari — si limita a rispondere Conte — il rettore me li ha riferiti in maniera trasparent­e, confidando di poterli superare».

Gino Strada

Non mi ha mai detto di essere interessat­o al profilo di commissari­o e io non gliel’ho mai proposto Il ministro

Con Speranza nessun gelo Zuccatelli è esperto e competente Ma quella gaffe ha aperto una ferita Gaudio

L’ex rettore mi ha riferito dei problemi familiari in modo trasparent­e confidando di poterli superare

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Palazzo Chigi Giuseppe Conte, 56 anni, premier dall’1 giugno 2018: il primo governo è durato fino al 20 agosto 2019, l’attuale è in carica dal 5 settembre 2019

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