Iran, Afghanistan e Cina: così Trump sabota Joe
Prima di lasciare la Casa Bianca, il 20 gennaio prossimo, Donald Trump continuerà a sabotare (anche) la politica estera di Joe Biden. Il New York Times rivela che giovedì 12 novembre il presidente in carica avrebbe chiesto ai suoi consiglieri di bombardare l’impianto nucleare di Natanz, in Iran. Il giorno prima gli ispettori dell’Onu avevano verificato che la quantità di uranio stoccato nella centrale era dodici volte superiore a quella prevista nell’accordo da cui gli Stati Uniti si sono ritirati nel 2018. I generali del Pentagono, però, avrebbero convinto Trump a rinunciare. Un bombardamento avrebbe significato quella guerra evitata per poco nel gennaio scorso. L’indiscrezione ha fatto scattare l’allarme a Wilmington, nel quartier generale di Biden. Da qualche giorno il senatore Chris Coons, amico personale di Joe e indicato come Segretario di Stato, passa da un convegno virtuale all’altro per spiegare quale sarà il nuovo corso della politica estera in un affannoso inseguimento delle mosse trumpiane. Biden vuole rientrare nel protocollo per il nucleare iraniano firmato da Obama nel 2015. Ma Trump ha dato un ordine — moltiplicare le sanzioni su Teheran — che sarà difficile smontare. Il neo presidente non ha ancora le idee chiare sulla presenza militare in Afghanistan e in Iraq, dove per altro ieri sono stati lanciati 4 razzi nella Green zone, a Bagdad. Ma The Donald nei prossimi giorni ordinerà il ritiro. Il nuovo segretario alla Difesa, Christopher Miller ha chiarito che in Afghanistan il numero dei militari scenderà da 4.500 a 2.500; in Iraq da 3.000 a 2.500. Biden vorrebbe tornare al tavolo con i cinesi. Ma ecco lo scoop di Axios: Trump starebbe meditando misure punitive a carico dei dirigenti di Pechino, accusandoli di violazione dei diritti umani per la persecuzione degli uiguri e dei manifestanti a Hong Kong. Un’escalation mentre il presidente sconfitto prepara il suo futuro politico e la rivincita.
Ieri colpita la Zona verde nella capitale. E il Pentagono annuncia il ritiro di 2.500 soldati da Iraq e Afghanistan