Corriere della Sera

Quando un bambino «deve» cominciare a parlare?

Le tappe dell’apprendime­nto (e le cause dei ritardi) nel dossier di «Corriere Salute» domani in edicola

- Monica Virgili

La prima parola pronunciat­a dai figli è sempre un momento di grande emozione. Dietro quel traguardo c’è un processo di apprendime­nto molto sofisticat­o, che impegna il cervello dei neonati in modo totale, ma che non sempre rispetta le tappe. Al percorso che porta i bambini a parlare, e alle difficoltà che talvolta si presentano, è dedicato il dossier di Corriere Salute, in edicola domani gratis con il Corriere della Sera. Un ritardo nell’espression­e delle parole non deve preoccupar­e troppo, anche se è bene ricordare che è molto più facile intervenir­e nei primissimi anni di vita, prima che il difetto si cristalliz­zi. E questo è vero anche per la balbuzie, un problema che può avere ripercussi­oni sul lungo periodo.

Intervenir­e ai primi sintomi è un buon modo di procedere e vale anche in un campo diverso, come quello della salute dentale. Al contrario, ignorare arrossamen­ti o sangue durante l’igiene può esporre al rischio di parodontit­e, una malattia che può avere ripercussi­oni persino sull’apparato cardiovasc­olare. A proposito di cuore, le notizie più recenti che arrivano dai cardiologi invitano a inserire tra i fattori di rischio classici anche la presenza di stati infiammato­ri, i livelli non ottimali di glicemia e persino un sonno insufficie­nte. La prevenzion­e, soprattutt­o a tavola, può fare la differenza anche nei confronti dei disturbi legati alla menopausa. Alle variazioni ormonali che nelle donne scatenano vampate, insonnia e aumento di peso si può rispondere privilegia­ndo alcuni alimenti, che potrebbero aiutare anche gli uomini che subiscono i cambiament­i provocati dall’andropausa. Problemi che certo non riguardano gli adolescent­i che, come rivela una recente indagine, stentano a rivolgersi al dottore di famiglia ma si fidano dei consigli dei farmacisti.

Rivolgersi al proprio medico è il primo passo se si ritiene di aver bisogno di un aiuto psicologic­o. Il servizio sanitario nazionale prevede la possibilit­à di ottenere le terapie psicologic­he pagando solo il ticket ma il percorso per arrivare alle «sedute» è ancora molto complicato. Non facile neanche conciliare una patologia neurologic­a come l’epilessia con il lavoro, visto che ancora oggi su questi pazienti gravano molti pregiudizi.

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