Quando un bambino «deve» cominciare a parlare?
Le tappe dell’apprendimento (e le cause dei ritardi) nel dossier di «Corriere Salute» domani in edicola
La prima parola pronunciata dai figli è sempre un momento di grande emozione. Dietro quel traguardo c’è un processo di apprendimento molto sofisticato, che impegna il cervello dei neonati in modo totale, ma che non sempre rispetta le tappe. Al percorso che porta i bambini a parlare, e alle difficoltà che talvolta si presentano, è dedicato il dossier di Corriere Salute, in edicola domani gratis con il Corriere della Sera. Un ritardo nell’espressione delle parole non deve preoccupare troppo, anche se è bene ricordare che è molto più facile intervenire nei primissimi anni di vita, prima che il difetto si cristallizzi. E questo è vero anche per la balbuzie, un problema che può avere ripercussioni sul lungo periodo.
Intervenire ai primi sintomi è un buon modo di procedere e vale anche in un campo diverso, come quello della salute dentale. Al contrario, ignorare arrossamenti o sangue durante l’igiene può esporre al rischio di parodontite, una malattia che può avere ripercussioni persino sull’apparato cardiovascolare. A proposito di cuore, le notizie più recenti che arrivano dai cardiologi invitano a inserire tra i fattori di rischio classici anche la presenza di stati infiammatori, i livelli non ottimali di glicemia e persino un sonno insufficiente. La prevenzione, soprattutto a tavola, può fare la differenza anche nei confronti dei disturbi legati alla menopausa. Alle variazioni ormonali che nelle donne scatenano vampate, insonnia e aumento di peso si può rispondere privilegiando alcuni alimenti, che potrebbero aiutare anche gli uomini che subiscono i cambiamenti provocati dall’andropausa. Problemi che certo non riguardano gli adolescenti che, come rivela una recente indagine, stentano a rivolgersi al dottore di famiglia ma si fidano dei consigli dei farmacisti.
Rivolgersi al proprio medico è il primo passo se si ritiene di aver bisogno di un aiuto psicologico. Il servizio sanitario nazionale prevede la possibilità di ottenere le terapie psicologiche pagando solo il ticket ma il percorso per arrivare alle «sedute» è ancora molto complicato. Non facile neanche conciliare una patologia neurologica come l’epilessia con il lavoro, visto che ancora oggi su questi pazienti gravano molti pregiudizi.