Corriere della Sera

Consumi, la caduta di ottobre «Serve una reazione subito»

Allarme di Confcommer­cio: calo dell’8%, decisivo l’elemento della fiducia

- Rita Querzè

La pandemia ha fatto ammalare anche l’Italia dei consumi. Dopo la ripresa registrata nel terzo trimestre, Confcommer­cio segnala nel mese di ottobre un calo dell’8,1% rispetto allo stesso mese del 2019 (a settembre si era registrato un -5,1%). Con le ricche regioni del Nord Ovest di nuovo in lock down, facile prevedere un ulteriore peggiorame­nto della situazione a novembre. Infatti Confcommer­cio stima una riduzione del Pil del 7,7% nel mese in corso rispetto a ottobre e del 12,1% rispetto al novembre 2019. Complessiv­amente l’associazio­ne del commercio e dei servizi prevede un calo del Pil nel 2020 del 9-9,5% (il governo prevede un -9%, -9,9% la Commission­e Ue).

I dati del rapporto offrono l’occasione al presidente di Confcommer­cio Carlo Sangalli per rivolgersi all’esecutivo. Con due richieste. Da una parte indennizzi alle imprese del settore per fare fronte dall’emergenza, dall’altra investimen­ti per riaccender­e il motore dell’economia non appena si allenterà l’emergenza sanitaria. «Con l’aggravarsi della situazione occorre una reazione più forte subito: indennizzi adeguati per le imprese e moratorie fiscali e creditizie — dice Sangalli —. Nello stesso tempo chiediamo che legge di Bilancio e Piano di ripresa puntino sugli investimen­ti necessari a rimettere in moto produttivi­tà e crescita a vantaggio di più coesione sociale».

I dati Confcommer­cio confermano come i settori più colpiti siano quelli che hanno a che fare con socialità e spostament­i. Meno 60% i consumi nel settore alberghier­o, -38% i pubblici esercizi. E poi -75% il trasporto aereo e -73% i servizi ricreativi. In difficoltà anche l’abbigliame­nto: -1,7%. Mentre la spesa alimentare continua a crescere: + 1,3%.

Per Confcommer­cio il punto sarebbe «scongelare» i risparmi sui conti correnti delle famiglie (si parla di 170 miliardi in più rispetto al primo lockdown). Risparmio solo in parte precauzion­ale e quindi voluto. Una fetta di questo accumulo dipendereb­be dalla mancanza di occasioni di spesa. Di qui l’auspicio e la speranza di un allentamen­to delle misure anti-pandemia a dicembre per lasciare che gli italiani mettano qualche regalo sotto l’albero e imbandisca­no la tavola delle feste.

Ma il timore più grande riguarda il 2021. Quando avremo la certezza di un vaccino e si tornerà gradualmen­te alla normalità, l’Italia riprenderà a crescere al ritmo di qualche decimale l’anno? «Senza riforme struttural­i — è il timore che circola in Confcommer­cio — a fine 2022 rischiamo di avere recuperato soltanto il 70% del Pil prepandemi­a. E nel 2019 eravamo ancora al di sotto dei livelli del 2008».

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Carlo Sangalli, presidente di Confcommer­cio. Ieri sono stati diffusi i dati dei consumi

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