Open Fiber, stretta sulla trattativa L’ipotesi che l’Enel rimanga azionista con una quota di minoranza
L’Enel potrebbe restare in Open Fiber con una quota di minoranza e partecipare al progetto della rete unica con Tim. L’orientamento della società guidata da Francesco Starace (nella foto) non sarebbe ancora definitivo ma l’opzione viene ritenuta molto probabile da chi sta lavorando al dossier. L’Enel riunirà il consiglio il prossimo 23 novembre per il nuovo piano strategico e in quell’occasione Starace chiarirà cosa intende fare con Open Fiber, di cui ha il 50%, alla luce dell’avvio del cantiere per la rete unica tra Tim e Cdp e dell’offerta presentata da Macquarie per comprare la quota. Finora il mercato aveva ragionato attorno a una cessione tout court al fondo australiano e alla Cassa, che vorrebbe salire in maggioranza in Open Fiber in vista della rete unica. Qualcosa tuttavia sarebbe cambiato, si dice anche su sollecitazione del governo.
Secondo lo schema su cui sono in corso le verifiche, la Cdp avrebbe la maggioranza di Open Fiber ma restando al 50%, mentre l’Enel cederebbe il 40% a Macquarie, che diventerebbe il secondo azionista, mantenendo il 10%. Alla quota sarebbero legati diritti di governance. Una schiarita è attesa per la fine della settimana.