Corriere della Sera

La crescita (a sorpresa) dell’export: 2,1% in un anno

- di Dario Di Vico

Arrivano ottime notizie per il made in Italy dal fronte dell’export. Se si dava per scontato il recupero del mese di settembre 2020 a livello congiuntur­ale nessuno avrebbe scommesso che sarebbe finito in territorio positivo anche il ben più significat­ivo confronto anno su anno. Una spinta possente è venuta dai successi della cantierist­ica navale ma anche depurati dagli exploit occasional­i i dati pubblicati dall’Istat restano lusinghier­i. Le esportazio­ni di settembre 2020 hanno fatto segnare +2,7% sul mese precedente e +2,1% sul settembre ‘19, tolta la cantierist­ica navale i due confronti sono comunque positivi: +1% e +0,4%.

Se poi passiamo ad esaminare il dato complessiv­o del terzo trimestre il rialzo congiuntur­ale è stato addirittur­a del 30,4%. Si può dire quindi che la prima ondata del virus non ha compromess­o né la presenza italiana nelle catene del valore (beni intermedi) né i tradiziona­li canali di export di beni finali. Vedremo cosa accadrà con la seconda. E’ interessan­te annotare intanto come anno su anno destinazio­ni come gli Usa e la Germania facciano segnare rispettiva­mente +11,1% e +6% affiancate da un’ottima performanc­e in Cina (+33%).

Bene quindi il made in Italy sia nei tradiziona­li mercati di sbocco sia nelle economie che escono prima e con forza dalla crisi Covid. Il dato delle importazio­ni resta invece in territorio negativo: -0,6% è il congiuntur­ale di settembre e -6,4% il tendenzial­e. Solo nel terzo trimestre l’import ha segnato +21,7%.

Una spinta possente è venuta dai successi della cantierist­ica navale

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