Corriere della Sera

AirBnb prende casa a Wall Street Al numero uno? 120 milioni nel 2030

- di Giuliana Ferraino

I documenti depositati lunedì presso l’autorità del mercato Usa in vista della quotazione sul Nasdaq, il listino dei titolo tecnologic­i, alzano il velo sui conti di AirBnb, la società california­na degli affitti brevi che ha conquistat­o anche gli italiani. Innanzitut­to scopriamo che, nonostante il ritorno all’utile nel terzo trimestre, chiuso con 219 milioni di dollari a fronte di ricavi per 1,34 miliardi, AirBnb stava perdendo soldi anche prima della pandemia.

La data per l’offerta pubblica di acquisto (Ipo) non è ancora stata fissata. Ma presentand­o i documenti finanziari alle autorità del mercato rappresent­ata il primo passo verso la quotazione. Le carte mostrano che, prima dell’epidemia di coronaviru­s all’inizio di quest’anno, AirBnb stava spendendo molto in tecnologia e marketing per far crescere il suo business. Il suo fatturato è salito del 32% a 4,8 miliardi nel 2019, ma ha registrato una perdita netta di 674 milioni quell’anno. L’azienda ha perso denaro anche nel 2018 e nel 2017.

Quest’anno, i ricavi di AirBnb sono diminuiti del 32% a 2,5 miliardi nei primi nove mesi, poiché i viaggiator­i hanno annullato i loro programmi dopo che il Covid ha paralizzat­o i viaggi e imposto lockdown in tutto il mondo. A maggio la società con sede a San Francisco ha tagliato 1.900 dipendenti, circa il 25% della sua forza lavoro. Ora l’azienda sostiene che la domanda è in ripresa, dato che alcuni viaggiator­i vedono la casa in affitto più sicura degli alberghi affollati. Il numero di notti e di esperienze prenotate, crollato di oltre il 100% a marzo e aprile, però è ancora in calo ed è sceso del 28% a luglio, agosto e settembre.

Secondo AirBnb questo indica che il suo modello di business è resistente e può adattarsi alle future esigenze di viaggio, compreso un aumento dei viaggiator­i d’affari che vogliono lavorare da una casa in affitto. «Crediamo che i confini tra il viaggio e la vita si stiano confondend­o e che la pandemia globale abbia accelerato la capacità di vivere ovunque», spiega l’azienda. AirBnb dichiara di avere attualment­e 7,4 milioni di annunci gestiti da 4 milioni di host in tutto il mondo. L’86% dei suoi «host» sono fuori degli Stati Uniti e il 55% sono donne. Con a 54 milioni di ospiti che hanno alloggiato in un appartamen­to preso in affitto sulla sua piattaform­a nel 2019 a livello globale.

AirBnb è stata fondata 12 anni fa da Brian Chesky e Joe Gebbia, compagni di classe della Rhode Island School of Design, e Nate Blecharczy­k, ingegnere del software. Il loro primo annuncio è stato l’appartamen­to di Chesky e Gebbia a San Francisco. Chesky, Ceo di AirBnb, riceverà una sovvenzion­e pluriennal­e in azioni pari a 120 milioni di dollari al posto dello stipendio, ha fatto sapere l’azienda. Ma il premio gli sarà attribuito se raggiunger­à gli obiettivi di prezzo delle azioni nel prossimo decennio.

La crescita massiccia di AirBnb non è stata priva di problemi. L’azienda ha fatto arrabbiare alcune città, che la accusano di promuovere un turismo eccessivo e di rendere i quartieri residenzia­li meno accessibil­i, togliendo le abitazioni dal mercato. Perciò città come Los Angeles, Barcellona, Parigi e persino la città natale di AirBnb, San Francisco, hanno approvato leggi che ne limitano l’affitto.

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 ??  ?? Fondatore Brian Chesky, 39 anni, è un imprendito­re americano, co-fondatore e amministra­tore delegato di AirBnb, il portale online di alloggi brevi che si sta preparando a sbarcare al Nasdaq, il listino dei titoli tecnologic­i di Wall Street (ghettyimag­es)
Fondatore Brian Chesky, 39 anni, è un imprendito­re americano, co-fondatore e amministra­tore delegato di AirBnb, il portale online di alloggi brevi che si sta preparando a sbarcare al Nasdaq, il listino dei titoli tecnologic­i di Wall Street (ghettyimag­es)

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