Vicari: «L’alligatore» è un western padano che evoca Tarantino
«Un uomo fedele a se stesso che subisce ogni forma di ingiustizia, capace di esprimere il malessere e l’ironia, la durezza e il calore. È cresciuto nella laguna veneta, la nostra Louisiana, ne riflette lo spirito popolare, allegro e duro. Pieno di contraddizioni. Un detective che non spara e un cantante che non canta. Massimo Carlotto già nei romanzi ha mescolato generi e riferimenti, e noi abbiamo raccolto: da Tarantino ai fumetti, dal rock all’hard boiled». Daniele Vicari parla così del suo protagonista, L’alligatore, ovvero Marco Buratti (Matteo
Martari) l’ex galeotto, finito in carcere da innocente, che sa muoversi come pochi altri nel sottobosco di affari illegali. La serie, prodotta da Raifiction e Fandango, sarà su Rai2 dal 25 novembre per quattro serate, già in anteprima su RaiPlay da oggi. Un «western padano», secondo Vicari, showrunner della serie che ha diretto con Emanuele Scaringi. Nel cast anche Thomas Trabacchi, Valeria Solarino, Gianluca Gobbi.