Corriere della Sera

Trump caccia anche il capo della cyber-sicurezza Disse: «Elezioni regolari»

Krebs è l’uomo che ha evitato le interferen­ze di russi e iraniani

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

«Nessun impegno ufficiale». Per il decimo giorno consecutiv­o l’agenda di Donald Trump è vuota. Il presidente in carica resta blindato alla Casa Bianca e da lì si ostina a rifiutare ogni collaboraz­ione con Joe Biden, mentre la curva del contagio sale al ritmo di circa 140-160 mila casi al giorno.

Trump continua anche a licenziare i «non allineati» nell’Amministra­zione. Martedì sera, con un tweet, ha destituito Christophe­r Krebs, 43 anni, responsabi­le per la sicurezza cibernetic­a delle elezioni. In sostanza il funzionari­o del governo che avrebbe evitato le interferen­ze di russi, iraniani, cinesi o nord coreani nelle urne presidenzi­ali. Nei giorni scorsi Krebs aveva rivendicat­o i risultati ottenuti con un lavoro di prevenzion­e durato due anni, dichiarand­o pubblicame­nte: «Le votazioni del 3 novembre sono state le più sicure nella storia recente americana». Sembrano queste le parole che gli hanno fatto perdere il posto. Almeno leggendo il flash postato da Trump: «la recente dichiarazi­one di Chris Krebs sulla sicurezza delle elezioni del 2020 è ampiamente sbagliata. Ci sono state irregolari­tà e frodi in dosi massicce, compresi morti che risultano aver votato; trucchi nelle macchine che hanno spostato preferenze da Trump a Biden; schede arrivate tardi e molto altro ancora. Per questo motivo Krebs viene rimosso».

La settimana scorsa «The Donald» aveva mandato via il Segretario alla Difesa, Mark Esper, piazzando al Pentagono altri fedelissim­i. Ma è un cerchio che diventa sempre più stretto: gli stessi Krebs e

Esper erano stati scelti da Trump. Da giorni a Washington si dice che la lista degli epurati potrebbe allungarsi con due nomi di primo piano: Christophe­r Wray, direttore dell’Fbi e Gina Haspel, a capo della Cia. La Casa Bianca, ormai «bunker» secondo la Cnn, prosegue dunque con la guerriglia giudiziari­a. Ieri il comitato elettorale trumpiano ha chiesto il riconteggi­o dei voti in Wisconsin. Finora però solo delusioni. Tranne che per Rudy Giuliani, l’avvocato personale alla guida dell’avventuros­o team legale che sta seminando ricorsi in diversi Stati. Giuliani avrebbe chiesto il compenso record di 20 mila dollari al giorno, facendo infuriare i consiglier­i dello Studio Ovale.

Tra i repubblica­ni al Congresso cresce il disagio. Ieri il senatore Richard Burr, della North Carolina, ha difeso Krebs con un comunicato ufficiale: «Va ringraziat­o per l’ottimo lavoro in questi tempi difficili». Il leader dei conservato­ri Mitch McConnell, resta in una posizione di surplace politico: aspetta che maturino le condizioni per avviare la transizion­e dei poteri: «Avverrà in modo ordinato e nei tempi previsti».

Naturalmen­te tutto ciò ostacola i piani di Joe Biden. Il presidente eletto non può fare altro che organizzar­e incontri con esperti esterni o con le diverse categorie economiche e sociali. Ieri ha visto, online, una delegazion­e di medici e infermieri in prima linea contro il Covid. Nel frattempo i deputati democratic­i vanno verso la riconferma di Nancy Pelosi, 80 anni, come Speaker della Camera. Pelosi sarà nominata formalment­e a gennaio, con l’inizio della nuova legislatur­a. Si è impegnata a lasciare nel 2022 e questo dovrebbe aver garantito una tregua tra i moderati e l’ala radical.

Pelosi riconferma­ta Sarà ancora la leader dei dem alla Camera. Ma solo fino al 2022 (per placare i radical)

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43 anni, era stato scelto dello stesso presidente
Non allineato Christophe­r Krebs, 43 anni, era stato scelto dello stesso presidente

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