Benetton, cambio al vertice Laghi presidente di Edizione
Mion lascia a fine mese. La nuova strategia della famiglia
Un incarico da traghettatore per gestire il riassetto societario di Autostrade portando ad un accordo col governo per la vendita del gestore alla cordata guidata da Cassa Depositi. Enrico Laghi — tra i massimi esperti in Italia di procedure concorsuali con un passato da commissario in Alitalia e Ilva in amministrazione straordinaria — è l’uomo scelto dalla famiglia Benetton per la holding Edizione. Assume la carica di presidente (con la delega sulla partita Autostrade) della capogruppo che controlla Atlantia, holding divisa in quattro quote riconducibili ai rami della famiglia di Ponzano Veneto. Laghi ha ottime entrature nei palazzi romani, è nella rosa dei supercommissari del ministero dello Sviluppo economico e revisore contabile del Tesoro. Scelto da diversi governi per gli incarichi più delicati anche per la sua conoscenza della normativa sugli aiuti di Stato. Venerdì — il caso vuole — la procura di Civitavecchia ha chiesto l’archiviazione per la sua posizione nell’ambito dell’inchiesta sul crac della compagnia aerea di cui è stato anche consulente e consigliere indipendente. Succede a Gianni Mion, da sempre l’uomo di «sintesi» della famiglia che ha condotto l’ultimo anno di trattative con l’esecutivo e ha scelto Carlo Bertazzo alla guida della controllata Atlantia.
Non è chiaro se uscirà rivoluzionata anche la prima linea del gestore infrastrutturale. Quel che è certo che i Benetton hanno deciso di cambiare strategia attenuando la conflittualità col governo sul destino della società in cui gli ex vertici, compreso l’ad Giovanni Castellucci, sono ai domiciliari per aver influenzato la condotta della concessionaria anche dopo aver lasciato gli incarichi. Negli ultimi mesi almeno due dei quattro rami dei Benetton — quelli riconducibili a Luciano e a suo figlio Alessandro e quello della figlia di Gilberto, Sabrina— hanno preteso un cambio di passo per conciliare col governo portando alla definitiva uscita della famiglia dal controllo di Autostrade dopo il crollo del ponte Morandi. Il processo è ancora alle fasi preliminari ma entro fine gennaio si capirà di più sulle effettive ragioni del crollo del viadotto del Polcevera. I colloqui con gli acquirenti — non solo Cassa Depositi ma anche i fondi esteri Blackstone e Macquarie — dovrebbero accelerare. E anche l’approvazione del piano economicofinanziario del gestore, il documento che disciplina l’andamento delle tariffe autostradali, dovrebbe essere sbloccato. Al momento è fermo a Palazzo Chigi per valutazioni di ordine politico.