Corriere della Sera

Colto, raffinato Era a suo agio con chiunque

- di Riccardo Muti

La scomparsa di Beppe Modenese dopo quella di Piero Pinto, due persone straordina­rie, è motivo di profondo dolore, sia per me sia per mia moglie Cristina: decenni di profonda amicizia ci legavano. Definire Beppe Modenese non è semplice. Uomo raffinato, di grande cultura ed eleganza, intesa nell’accezione di arbiter elegantiar­um. Il nostro, un rapporto coltivato durante i miei lunghi anni scaligeri. Beppe e Piero sempre presenti; dopo le recite ospiti nella loro casa milanese, di serate straordina­rie per qualità di invitati e conversazi­oni, profonde e leggere, piene di ironia e humor. I ricordi sono tanti. Soprattutt­o un viaggio in Turchia in caicco anche con Inge Feltrinell­i e uno in Marocco. Ma anche le spensierat­e scampagnat­e a Ravenna in onore del comune amico Umberto Tirelli. Beppe, grande signore, sempre a suo agio: con i rappresent­anti delle famiglie reali come con le persone più semplici. Grande amante della musica, non mancava mai al Ravenna Festival. Ne ricordo sorriso, ironia e la capacità di comprender­e le persone con un solo sguardo. Commentare increspand­o un labbro. Lo fa solo chi comprende la vera dimensione umana e la teatralità dell’esistenza. Personaggi che con la loro scomparsa portano via un concetto di esistenza che sempre più sembra retaggio del passato. Resta come eredità a Milano, a cui Beppe ha dato tanto, e ai suoi amici, la consapevol­ezza di ciò che è l’essenza dello stile.

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Maestro Riccardo Muti e la moglie Cristina con Beppe Modenese

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