Corriere della Sera

SE LE DESTRE SPAGNOLE SONO TUTTE OCCUPATE A FARSI LA GUERRA

- di Elisabetta Rosaspina

Ecosì la Spagna si ritrova adesso con tre destre nemiche per la pelle, il vecchio e tradiziona­le Pp, la giovane e impetuosa Vox, e i liberali di origine catalana Ciudadanos. Non è mai corso buon sangue fra le tre formazioni, ma da un mese il leader del Partido Popular, Pablo Casado, e il suo omologo di Vox Santiago Abascal sono ai ferri corti. Il fuoco alle polveri è stato dato dalla decisione del Pp di non appoggiare la mozione di sfiducia presentata da Vox il 22 ottobre contro il governo rosso-viola di minoranza (Psoe più Podemos) di Pedro Sánchez. Non perché Casado abbia sposato la causa socialista, ma perché neanche con i voti dei popolari la mozione avrebbe avuto i numeri per passare ed era destinata quindi a tradursi in una cocente sconfitta. Vox si è vendicata pochi giorni dopo nel consiglio municipale di Madrid, governata dai fratellast­ri, votando gli otto emendament­i della sinistra su viabilità, aumento delle piste ciclabili, pedonalizz­azione. La svolta al centro di Casado preoccupa Ciudadanos, il partito diretto da Inés Arrimadas e collettore dei voti della destra moderata: «Quella del Pp è soltanto un’operazione di marketing» ha avvertito la presidente. Forse non a torto: detronizza­to due anni e mezzo fa da Sánchez (proprio con una mozione di sfiducia), il Pp conta alle prossime elezioni generali di riconquist­are la Moncloa mietendo voti anche fra i progressis­ti delusi dall’alleanza Psoe-Podemos. E la chiassosa ostilità dell’estrema destra di Vox, in questo senso, può rivelarsi preziosa. L’elettorato conservato­re assiste allibito alle picche e ripicche nella destra, mentre dai banchi della sinistra la rissa dei dirimpetta­i è un sollievo, anche in vista del delicato appuntamen­to elettorale in Catalogna entro il 14 febbraio 2021, con un fronte indipenden­tista sempre più forte.

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