Elio: con qualche libertà completo Donizetti
Un’opera di Donizetti semisconosciuta e soprattutto incompleta; l’idea a prima vista folle di Francesco Micheli, direttore artistico del Festival che celebra il culto dell’operista bergamasco, di metterla in scena in questi giorni, rigorosamente senza pubblico, e affidarne il completamento a Elio di Le Storie Tese e a Rocco Tanica.
E ora, dopo il debutto, sulla web tv del Festival Donizetti Opera di Bergamo, è possibile vedere in streaming Le nozze in villa. «Non è un’idea peregrina: corona un percorso — spiega Elio —. Con Micheli avevo già creato degli spettacoli dedicati a compositori come Verdi, Rossini, Puccini, Donizetti: per me che ho studiato in Conservatorio è stata l’occasione di riscoprire l’umanità di questi artisti, facendoli scendere da quell’Iperuranio dove li collochiamo. Invece non sono statue e l’opera non è musica da vecchi e di vecchi: Rossini compose il Barbiere a 24 anni, Donizetti le Nozze a 22, erano molto più giovani di tanti cantanti che oggi impazzano tra i giovani. E di questi quanti, tra due secoli, avranno ancora un pubblico che pagherà per sentirne la musica?».
Verso la fine dell’atto secondo Trifoglio fa una serenata a Sabina, promessagli in sposa dal padre, ma trova la giovane con l’amato Claudio. È un momento topico ma totalmente privo di musica. «L’abbiamo scritta noi, ex novo — racconta Tanica —. Abbiamo ascoltato tanto, non per copiare ma per assimilare il senso della melodia; poi, come per le nostre canzoni, siamo partiti dal testo, qui il libretto dell’opera, e ci siamo fatti guidare dalle parole per tratteggiare la linea melodica. È molto rossiniana perché qui Donizetti guarda molto da vicino all’operista più in voga di quell’epoca».
Fosse stata una mera operazione filologica non sarebbero serviti loro, e infatti «ci siamo concessi qualche libertà — rivela Elio —. Alcune idee sono state poi abbandonate, altre invece sono rimaste».