Le due facce dell’Inter
Va sotto, soffre il Toro, poi la rimonta Var decisiva nei rigori, uno per parte
I segni vanno interpretati, i segnali invece bisogna imparare a leggerli. L’Inter ha due maschere, una scurissima e orribile, l’altra feroce e vincente. Il successo contro il Torino è una discesa all’inferno e ritorno. Il rianimatore che riporta in vita i nerazzurri è il solito Lukaku, altra doppietta, e stavolta a finire ribaltatati sono i granata, meravigliosi per un’ora e poi di colpo crollati.
La vittoria è il miglior approccio alla sfida decisiva in Champions con il Real Madrid, premia la reazione, è l’esaltazione della caparbietà, della voglia di non arrendersi. Non cancella però i limiti di una formazione che non è ancora riuscita ad appuntarsi sul petto i galloni da grande squadra. L’approccio al match è fallimentare, per un’ora non si vede nulla, se non sofferenza e inedia. Un segnale preoccupante, contrapposto a un segno di buon auspicio in una giornata nata male e finita benone. L’Inter bruttarella non fa una gran figura, ma il suo dovere sì e resta mischiata e nascosta nel gruppo con le altre. Paga dazio il Torino, menomato dalle tante assenze per Covid e colpito al cuore dalla perdita pesantissima di Belotti, infortunatosi nel prepartita e rimpiazzato da Zaza. Orfani pure del tecnico Giampaolo (in panchina Conti), i granata con una formazione d’emergenza dominano per un’ora. Capitalizzano il vantaggio a fine primo tempo con un diagonale di Zaza, dopo aver silenziato l’Inter, incapace di tirare in porta. I nerazzurri sono una portaerei senza spinta sulle fasce, con un centrocampo sottomesso e una difesa tutta italiana da far rabbrividire. Il Torino chiude con merito in vantaggio il primo tempo, dopo aver sprecato due buone occasioni.
Il 19enne ivoriano Singo sulla fascia è la bella copia dell’involuto Hakimi, viaggia col turbo, fa ammattire Young e nella ripresa lo costringe a causare un rigore, scovato dall’occhio clinico e cinico della Var. Penalty giusto, Ansaldi raddoppia dal dischetto.
Incassato il secondo schiaffo, l’Inter comprende di essere precipitata in un gorgo, senza mai reagire. Si scuote e Sanchez firma in mischia il gol. Tre minuti dopo Lukaku, assistito da Sanchez, affonda le sue fauci nella difesa granata e agguanta il pari. Il demerito del Torino, non più sorretto da Rincon e Linetty, è proprio scialacquare il suo tesoretto in un amen: un limite notevole, ha già perso 14 punti da situazioni di vantaggio.
Rimesso in parità il match e riconfigurata in modalità assalto dagli ingressi di Lautaro, Perisic, De Vrij e Skriniar, l’Inter sorpassa con Lukaku su rigore, anche questo concesso dalla Var, e chiude con Lautaro. Stavolta capitalizza al meglio: 4 tiri nello specchio e 4 gol. Dietro però continua a prenderle e ha già incassato più del doppio della Juve: 13 gol contro 6. I segni sono buoni, i segnali meno.
La prima parte brutta Se si vuole qualcosa bisogna sporcarsi
Il risultato va oltre i nostri demeriti, ma siamo fragili