Prandelli prima da incubo Alla Fiorentina manca tutto
Uno shock. La seconda vita fiorentina di Cesare Prandelli, dieci anni dopo la prima, comincia con la sconfitta casalinga contro il Benevento. Ai viola manca tutto: il gioco, l’equilibrio, l’intensità. La squadra è lenta, impaurita e contratta. Fa possesso palla nel primo tempo e si fa infilare dalla banda Inzaghi nella ripresa. Pippo nell’intervallo azzecca il cambio inserendo Roberto Insigne, il fratello di Lorenzo, che dopo appena 7 minuti regala a Improta il pallone per il suo primo gol in serie A. «Sono deluso e amareggiato. Alle prime difficoltà diventiamo timidi e ogni giocatore pensa a se stesso», l’analisi sconsolata di Prandelli.
La strada è in salita. La Fiorentina è in crisi tecnica e psicologica. «Le aspettative sono alte e per reggerle serve personalità. Quando è uscito Ribery sono aumentate le paure. Siamo una squadra forte ma fragile», insiste l’allenatore. Il tempo stringe e la classifica sta diventando preoccupante. L’ infortunio di Bonaventura nel riscaldamento e quello di FR7 alla fine del primo tempo non bastano a spiegare una prestazione così vuota.
La Fiorentina, una volta sotto, non reagisce. E niente cambia quando l’allenatore in un colpo solo inserisce Lirola, Pulgar e Cutrone per Duncan, Kouame e Igor. Non è una questione di sistema, dal 4-2-3-1 al 4-3-1-2. Il Benevento, solido e compatto, arriva sempre prima sul pallone, vince i contrasti, colpisce in contropiede. Dragowski per due volte è decisivo, su Insigne e sulla punizione di Lapadula. La Fiorentina, niente, solo alla fine un colpo di tacco di Vlahovic sventato da Montipò. Il Benevento rinasce dopo 5 sconfitte consecutive, compresa una in Coppa Italia. Ora tocca ai viola conoscere la paura.