Corriere della Sera

Prandelli prima da incubo Alla Fiorentina manca tutto

- Alessandro Bocci

Uno shock. La seconda vita fiorentina di Cesare Prandelli, dieci anni dopo la prima, comincia con la sconfitta casalinga contro il Benevento. Ai viola manca tutto: il gioco, l’equilibrio, l’intensità. La squadra è lenta, impaurita e contratta. Fa possesso palla nel primo tempo e si fa infilare dalla banda Inzaghi nella ripresa. Pippo nell’intervallo azzecca il cambio inserendo Roberto Insigne, il fratello di Lorenzo, che dopo appena 7 minuti regala a Improta il pallone per il suo primo gol in serie A. «Sono deluso e amareggiat­o. Alle prime difficoltà diventiamo timidi e ogni giocatore pensa a se stesso», l’analisi sconsolata di Prandelli.

La strada è in salita. La Fiorentina è in crisi tecnica e psicologic­a. «Le aspettativ­e sono alte e per reggerle serve personalit­à. Quando è uscito Ribery sono aumentate le paure. Siamo una squadra forte ma fragile», insiste l’allenatore. Il tempo stringe e la classifica sta diventando preoccupan­te. L’ infortunio di Bonaventur­a nel riscaldame­nto e quello di FR7 alla fine del primo tempo non bastano a spiegare una prestazion­e così vuota.

La Fiorentina, una volta sotto, non reagisce. E niente cambia quando l’allenatore in un colpo solo inserisce Lirola, Pulgar e Cutrone per Duncan, Kouame e Igor. Non è una questione di sistema, dal 4-2-3-1 al 4-3-1-2. Il Benevento, solido e compatto, arriva sempre prima sul pallone, vince i contrasti, colpisce in contropied­e. Dragowski per due volte è decisivo, su Insigne e sulla punizione di Lapadula. La Fiorentina, niente, solo alla fine un colpo di tacco di Vlahovic sventato da Montipò. Il Benevento rinasce dopo 5 sconfitte consecutiv­e, compresa una in Coppa Italia. Ora tocca ai viola conoscere la paura.

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Cesare Prandelli, ex c.t. della Nazionale
(Getty) Cuore viola Cesare Prandelli, ex c.t. della Nazionale

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