Corriere della Sera

Finito l’ambientame­nto Pirlo apre la fase due: esaltare CR7 e vincere

La migliore Juve della stagione va in cerca di conferme

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Non ha ancora vinto due partite di fila in campionato, ma la Juventus ha una faccia nuova, di chi ha cominciato a capirsi e a divertirsi. La rivoluzion­e di Pirlo è silenziosa e i quattro pareggi in campionato sono serviti a tenere i riflettori lontani dai bianconeri e dal loro lavoro, agevolato anche dal ritmo non forsennato delle avversarie. La vittoria sul Cagliari è l’inizio della seconda fase, dato che la prima — «quella dell’ambientame­nto», come l’ha definita l’allenatore neofita — è terminata.

Nei programmi juventini è arrivato il momento del consolidam­ento e coincide con un calendario che sembra fatto apposta: dicembre impegnativ­o, ma non terribile (Barcellona e Atalanta i picchi) e gennaio con due settimane fondamenta­li, con le sfide ravvicinat­e in campionato contro Milan (6 gennaio), Sassuolo (10) e Inter (17) , per terminare con la Supercoppa contro il Napoli, il 20 gennaio.

Saranno due mesi chiave e saranno nel segno di Ronaldo, perché tutto nella Juventus dipende da lui, nel bene e anche nel male, se è vero che Madama ha cambiato due allenatori dopo due scudetti, segno che qualcosa non funzionava. La sfida, non completame­nte vinta da Allegri e nemmeno da Sarri, è quella di esaltare un attaccante di quantità e qualità come CR7 — che notoriamen­te non vuole fare il centravant­i puro — senza perdere equilibrio e anche senza essere totalmente Ronaldo-dipendenti. Il portoghese ha già segnato 8 gol in quattro partite e mezza, ma attorno a lui sta crescendo una architettu­ra ambiziosa e sempre più fluida, che consente a Cristiano di giocare meno largo a sinistra e in un raggio d’azione più ristretto, per conservare energie preziose in zona gol: «Gli abbiamo spiegato che deve ricevere il pallone in certe zone di campo — spiega Pirlo — e lo ringraziam­o perché ci ha dato sin da subito disponibil­ità».

Far divertire Ronaldo, esaltando il collettivo, sembra facile a dirsi, ma la missione non è così scontata e parte da alcuni principi, come la velocità del palleggio: «Quando abbiamo giocato a due tocchi ci siamo anche divertiti — racconta il tecnico —. Quello deve essere il nostro fulcro perché abbiamo grandi giocatori con grande tecnica e ci possiamo divertire». Per raggiunger­e l’obiettivo, che ovviamente va affinato e sperimenta­to anche con altri avversari, il tecnico può contare su giocatori nuovi (Morata, Arthur, Kulusevski, Chiesa), ma anche su uomini rigenerati da questo tipo di approccio, che parte da Ronaldo ma coinvolge tutti gli altri: Danilo, Rabiot, Bernardesc­hi ultima versione, sono gli esempi migliori di questo scenario, in attesa che anche Dybala ritrovi la condizione migliore.

Morata è una spalla che sa fare il protagonis­ta, perché ha tecnica e maturità. De Ligt la spalla ce l’ha nuova, dopo l’operazione e tre mesi di assenza, ma ha mostrato cosa significa essere abituati a tenere la linea difensiva alta, senza paura dell’uno contro uno. Arthur sta invece trovando ritmo e verticalit­à, grazie anche alle incursioni di Rabiot e Kulusevski. E non è un caso che il c.t francese Deschamps e il c.t. brasiliano Tite abbiano certificat­o la crescita dei due centrocamp­isti juventini: Rabiot è stato l’uomo chiave per la vittoria sul Portogallo, giocando da quarto a sinistra come faceva Matuidi con Allegri, che lo usava come soluzione «protettiva» per equilibrar­e le scorriband­e di CR7. Pirlo, grazie a un parco giocatori più giovane e dinamico, va oltre: non solo un cordone di sicurezza attorno a Ronaldo, ma un intero sistema disegnato per esaltarlo, senza sacrificar­e nessuno. Qualche altro problema di crescita è prevedibil­e. Ma se funziona, non sarà facile togliere il decimo sorriso dalla faccia della Juve.

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(Getty Images) Numeri super Cristiano Ronaldo, 35 anni, ha segnato una doppietta contro il Cagliari sabato sera arrivando a quota 73 gol in 95 gare con la Juventus

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