Vale e Dovi, l’ultima fra emozioni e frecciate
Il ducatista lascia, Rossi continua in Petronas: «Mi serve altro per vincere». Bastianini trionfa in Moto 2
Più del risultato, certo non all’altezza del loro blasone, li accomuna un difficile addio. Andrea Dovizioso alla Ducati, Valentino Rossi alla Yamaha ufficiale. Sesto il forlivese nell’ultimo Gp della stagione in Portogallo vinto dal padrone di casa, Miguel Oliveira su Ktm, dodicesimo il Dottore dopo un weekend tribolato.
Restano gli abbracci dei rispettivi team, il trofeo migliore alla fine di una domenica avara di risultati. Ma i quindici anni trascorsi dal Dottore con il team blu non svaniscono con una gara andata storta. E la lunga rimonta del Dovi, rimasto giù dal podio, non cancella i ricordi e le amicizie nate all’ombra di un box negli otto anni di militanza Ducati. Due storie simili, con un epilogo diverso. Rossi continuerà nel 2021 con l’amico Morbidelli di fianco, nella squadra Yamaha-Petronas. Si spera con rinnovata energia. Dovizioso si metterà in attesa (magari lo chiamerà la Honda se Marc Marquez ci metterà troppo tempo a rimettersi) e intanto si dedicherà al motocross, il suo secondo sport preferito.
Ma resta un senso di rimpianto in tutto ciò, un velo di amarezza. Rossi chiude una stagione senza acuti, con un solo podio a Jerez, tre zeri consecutivi dovuti alle cadute, più altri imputabili ai guasti meccanici e al Covid che l’ha costretto a una lunga quarantena. Una stagione così fiaccherebbe chiunque. Non lui, che continua a rincorrere lo smalto di un tempo. Cambiare aria forse lo aiuterà, ma il confronto fra ciò che ha fatto e ciò che ha raccolto negli ultimi tre anni (otto podi senza una vittoria) sembra stridere con la volontà di tornare al vertice. «Ci voleva una gara dignitosa per salutare e ringraziare tutti — ha detto Valentino —. Ci vorrà un’altra Yamaha per tornare competitivi. Negli ultimi anni ho dato l’anima, spesso girando intorno agli stessi problemi». Il messaggio inviato alla Casa giapponese è chiaro. Sarà una sfida dura, perché nel team satellite ci sono meno risorse. «Ma si può fare comunque bene, come si è visto nelle ultime due stagioni».
A Dovizioso gioverà ritrovare la necessaria tranquillità. «Mi mancheranno le tante persone speciali conosciute in questi anni, ma senza il peso di certe situazioni complicate mi sentirò più leggero», parole cariche di sottintesi. Si chiude un capitolo e se ne apre un altro. Due campioni davanti a un bivio, mentre sulla scena debuttano nuovi protagonisti.
Vincendo il titolo della Moto2 Enea Bastianini lancia la sfida alla MotoGp dove l’anno prossimo salirà nella stessa squadra insieme a Luca Marini, secondo in gara e in campionato.
Il romagnolo ha amministrato una gara complicata, contro un battagliero Sam Lowes, temibile nonostante la mano destra infortunata. S’è visto il carattere di Enea e la capacità di gestire lo stress nel momento cruciale. Qualità che serviranno nella massima categoria dove ad attenderli ci sono altri italiani .
Pecco Bagnaia, ritiratosi per una problema alla spalla dopo un contatto con Mir (uscito di scena a sua volta per problemi elettronici) e soprattutto Franco Morbidelli, il pilota più in forma nel finale di stagione. Ieri il romano, futuro compagno di Rossi, s’è preso il quinto podio della stagione (incluse tre vittorie) confermando una crescita continua e consistente che l’ha portato a chiudere primo fra i piloti Yamaha, in sella a una M1. «All’inizio mi sentivo menomato per via della moto — ha raccontato —. Ma ho incanalato la rabbia nel lavoro» e così facendo ha infine messo in ombra sia Fabio Quartararo, dato per favorito, sia Maverick Vinales altro protagonista mancato.