Corriere della Sera

Sulla Multistrad­a con il radar Così la moto può frenare da sola

La V4S è la prima moto al mondo che adotta la sicurezza finora usata sulle auto

- di Stefano Bargiggia

Essere testimoni di un cambiament­o, di una piccola rivoluzion­e che senza dubbio cambierà il modo comune di intendere un gesto, di compiere un’azione, di utilizzare un oggetto è sempre un privilegio. Perché riesce a darti una prospettiv­a nuova per guardare le cose. Ma è anche qualcosa di decisament­e strano, perché mente e corpo hanno la necessità di adattarsi al nuovo status quo, alla percezione che la realtà ti restituisc­a sensazioni e reazioni diverse da quelle che ti aspetteres­ti. È proprio quello che ci è successo in sella alla Multistrad­a V4S, la crossover Ducati completame­nte riprogetta­ta che abbiamo avuto la possibilit­à di guidare in anteprima per raccontarv­i il funzioname­nto dei suoi due radar, che «leggono» strada e traffico per far funzionare cruise control adattivo e blind spot detection.

Stiamo percorrend­o il tratto di autostrada che da Bologna scende verso Sasso Marconi, sesta marcia, il motore V4 frulla sornione impegnando una frazione dei suoi 170 cavalli, velocità di crociera tra i 120 e i 130 orari. Il traffico è quello che è in questo periodo, ma la quantità di autotreni che percorrono il tratto di strada resta poco comprensib­ile a chi non si occupa di logistica. Ed è proprio arrivando in coda a uno di questi che succede qualcosa: la Multistrad­a frena da sola, docile e composta, in maniera progressiv­a e precisa, fino ad adattarsi, con la distanza di sicurezza che serve, alla velocità del camion che ci precede. Poi, una volta che la corsia è di nuovo libera, accelera con la giusta verve fino alla velocità di crociera. Senza un sussulto. E senza che il guidatore abbia fatto niente di più che imprimerle la direzione corretta.

Potere della tecnologia, presa in prestito da Audi. Sì, perché questa sofisticat­a, veloce e poliedrica viaggiatri­ce è la prima moto di produzione al mondo a utilizzare questo dispositiv­o, utile a mettere a disposizio­ne del pilota non solo il cruise control adattivo ma anche un sistema che monitora l’angolo cieco, riducendo al minimo uno dei rischi più temuti dai motociclis­ti, ovvero l’intrinseca mancanza di visibilità degli specchi retrovisor­i, che spesso obbliga a girare la testa per guardare indietro quando, per esempio, ci si immette in un flusso di traffico che viaggia più veloce. Bene, in sella alla Ducati questo non succede più, perché il radar posteriore rileva puntualmen­te il sopraggiun­gere dei veicoli da entrambi i lati della moto e «parla» con il conducente per avvertirlo del pericolo tramite due segnalator­i sul margine interno degli specchi: illuminazi­one continua nel caso in cui chi si trova nell’angolo cieco proceda alla nostra stessa velocità; lampeggio rapido nell’eventualit­à che chi arriva da dietro sia più veloce e ci stia superando.

Immaginiam­o già i commenti dei soliti scettici puristi: troppo complicato, troppo artificial­e. E poi la moto io la guido fin da ragazzino e voglio continuare a farlo al 100%, senza interferen­ze. Confessiam­o anche che è un pensiero che ci ha sfiorato prima di metterci in sella alla Multistrad­a V4S, un po’ come successe cinque o sei lustri fa in occasione della prima esperienza in moto con l’Abs (che in realtà richiese diversi anni di sviluppo per diventare un valido alleato). Ma la verità è che cruise control adattivo e blind spot detection si integrano in modo così naturale nella guida che bastano pochi chilometri per comprender­ne appieno l’apporto in termini di sicurezza. Perché in moto è un attimo ritrovarsi a terra a causa di un errore di valutazion­e, per via di una manovra azzardata di chi ci sta intorno o anche, sempliceme­nte, per stanchezza e distrazion­e.

La cosa è così vera che in un attimo ti viene voglia di usare il regolatore di velocità attivo anche sulle strade normali: funziona da 30 a 160 orari, basta il pollice per regolarlo e ti

Oltre al cruise control adattivo c’è anche un sistema che monitora l’angolo cieco

consente di viaggiare, anche quando il percorso è costellato di rotonde, con tanta rilassatez­za in più. Sì, viaggiare, perché questa è una moto che è concepita per farlo al meglio, qualunque sia lo scenario che ti si para davanti. Un compito che le riesce molto meglio di prima tanto in termini di prestazion­i pure quanto in termini di piacevolez­za, guidabilit­à, efficacia e ampiezza dello spettro di utilizzo. Ve lo raccontere­mo nel dettaglio sulla pagina web di Corriere Motori la settimana prossima.

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