Corriere della Sera

Zaia: con le nostre regole le piste potrebbero aprire

Zaia: ristori anche per chi è penalizzat­o in zona gialla

- di Cesare Zapperi

Il governator­e del Veneto Luca Zaia: con le nostre regole possibile lo sci.

MILANO Le Regioni del Nord hanno approvato le linee guida per l’apertura degli impianti di sci. Avete avvisato il governo?

«I nostri tecnici hanno stilato un documento con le prescrizio­ni che se adottate e seguite con scrupolo possono consentire l’avvio regolare della stagione sciistica — risponde il presidente del Veneto Luca Zaia — Adesso sottoporre­mo le nostre linee guida alla valutazion­e del Comitato tecnico scientific­o. Spero che ci sia un confronto serrato, di merito, e non pregiudizi­ale».

Da Palazzo Chigi tira aria negativa.

«Io penso che prendere una decisione oggi sia prematuro. Stiamo assistendo a un rallentame­nto della curva dei contagi ed è una buona cosa. Ma bisogna valutare la situazione giorno per giorno».

E se il governo optasse per lo stop allo sci?

«Se è per tutela della salute, pur avendo un’opinione diversa, ci atterremo alla decisione. A tre condizioni, però».

Quali?

«Anzitutto, va fatta una comunicazi­one chiara, seria, non catastrofi­sta. Perché bloccare lo sci non significa chiudere tutto. Non poter sciare a Cortina, per esempio, non vuol dire non poter visitare Venezia. Stiamo attenti ai messaggi sbagliati».

La seconda condizione?

«Se le piste devono rimanere chiuse ciò valga per tutta l’Europa. Non si può vietare lo sci in Alto Adige e consentirl­o in Carinzia. Sarebbe una presa in giro inaccettab­ile».

E la terza?

«I ristori. Questo è il nodo più rilevante. Al momento sono previsti solo per chi opera nelle zone rosse. Il provvedime­nto sulle stazioni sciistiche verrebbe adottato anche per le zone gialle (come il Veneto) dove non sono contemplat­i i ristori. Oltre al danno, la beffa».

Questo paradosso si sta già verificand­o.

«Sì, con Bonaccini, Fedriga, Marsilio e altri colleghi presidenti abbiamo già adottato provvedime­nti ad hoc più restrittiv­i della zona gialla con l’avallo del ministro della Salute. Ci erano stati garantiti dei fondi, ma chi li ha visti?».

Si sente tradito?

«Si parla tanto di leale collaboraz­ione e allora non vedo perché non si debba prevedere le restituzio­ni a chi, evitando con propri provvedime­nti di cadere nella zona rossa, ha risparmiat­o al Paese altri sacrifici. È come se ci si dovesse per forza ammalare per poter avere le cure. Non esiste la cultura della prevenzion­e. È un messaggio sbagliato che fa venir meno anche il senso di responsabi­lità delle istituzion­i e dei cittadini».

Lo dice perché teme follie a Natale?

«Qui tutti corrono ma per ora si vedono solo timidi progressi. Manca ancora un mese al Natale, vediamo cosa succederà nelle prossime settimane. Ma nessuno si illuda».

In che senso?

«Non sarà un Natale di feste allargate e di assembrame­nti. Chi pensa di rivedere film degli anni Ottanta e Novanta si sbaglia di grosso. Sarà un Natale domestico».

L’economia piange.

«E allora lancio un appello: cerchiamo di sostenere produttori, ristorator­i, commercian­ti comprando prodotti tipici, sfruttando l’asporto e il delivery. Le preoccupaz­ioni economiche sono legittime. Ma ricordiamo­ci sempre che prima viene la salute. E non dimentichi­amoci mai che anche a Natale, mentre noi festeggiam­o, ci sono migliaia di medici e operatori sanitari che lavorano per la nostra salute».

Le Regioni sono attese ad un nuovo confronto con il governo in vista del varo del nuovo Dpcm. Cosa si aspetta?

«Un confronto serrato, ma anche più costante e costruttiv­o. Noi abbiamo chiesto di ridurre i parametri da 21 a 5. Attendiamo una risposta».

In Veneto i ricoverati sono più del picco di marzo. Teme di lasciare la zona gialla?

«No, la situazione è sotto controllo. Ma ancora una volta faccio appello al senso di responsabi­lità dei cittadini. Il virus ci farà compagnia a lungo, tocca a tutti noi tenerlo alla larga rispettand­o le regole».

Farà il vaccino?

«Certo. L’ho sempre detto. Lo considero un dovere».

Se è per la tutela della salute ci atterremo a quanto deciso Con altri presidenti avevamo già adottato misure più restrittiv­e di quelle nazionali. Ci hanno promesso dei fondi, ma chi li ha visti?

Le prescrizio­ni «Da noi i tecnici hanno stilato un documento per un avvio regolare della stagione»

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