Tutti in ansia per Ibra l’eroe ferito del Milan
Per Ibra «lesione al bicipite femorale» Starà fuori almeno tre settimane Pioli compensa con Rebic ed entusiasmo Scaroni: «Siamo al settimo cielo»
Il Milan ha perso il suo re. Zlatan Ibrahimovic, 39 anni lo scorso 3 ottobre, l’altro ieri è uscito dal campo dopo aver segnato due gol, con una mano sulla coscia. E una leggera smorfia di dolore in viso. Il verdetto dei medici: «Lesione al bicipite femorale». E questo lo costringerà a stare lontano dai campi di gioco per almeno tre settimane.
Tre settimane. Minimo. Questa la prognosi per niente buona dell’infortunio di Zlatan Ibrahimovic, una lesione al bicipite femorale confermata dalla risonanza magnetica effettuata ieri mattina. Che fosse un problema piuttosto serio l’aveva capito in realtà fin da subito anche il medico milanista Mazzoni, in campo, con un’occhiata esperta delle sue. Fra una decina di giorni ci sarà un primo controllo: solo lì si potrà avere un quadro più certo delle tempistiche. Ma la previsione è minimo tre settimane. Significa cinque o più probabilmente sei gare senza il leader: quindi Lille giovedì, Fiorentina domenica, poi Celtic, Sampdoria e Sparta Praga. Un’ipotesi per il rientro potrebbe essere il Parma il 13 dicembre oppure il Genoa il 16.
«Timeless», senza tempo: questo il messaggio consegnato da Zlatan ieri ai suoi quasi 50 milioni di seguaci social, sotto a una foto della notte magica di Napoli, dove con i suoi due gol ha riportato il Milan al primo posto solitario. Dopo gli esami medici al mattino, il campione di Malmoe è tornato a riposare nel suo appartamento panoramico in zona Porta Nuova. «Un leone in gabbia come quando aveva il Covid», l’immagine scelta da chi gli è vicino. Infatti non tornerà in Svezia dalla sua famiglia, già stamattina sarà anzi a Milanello per intraprendere la sua personalissima corsa contro il tempo. Non è la prima volta che brucia le tappe. Fu così col virus, dal quale è guarito in due settimane giuste, ma più rapido del previsto fu anche il recupero dalla lesione al soleo del polpaccio che lo tenne fuori per due partite a giugno.
Rabbia, metodo, disciplina: Zlatan sa come si fa. «Lui conosce il suo corpo come nessuno» spiegava il suo allenatore Stefano Pioli, ora alle prese col Covid. A lui toccherà individuare un piano B, che in realtà ha già in mente, anche perché le scelte in attacco sono limitate: Leao ha lo stesso problema di Ibra al bicipite femorale mentre Saelemaekers è tornato da Fuorigrotta con una distorsione alla caviglia.
Senza il suo capotribù, il Diavolo dei ragazzini deve ora trovare la forza dentro di sé, come in realtà ha già dimostrato di saper fare: 4 vittorie su 4 anche senza di lui. L’entusiasmo da primo posto sarà d’aiuto. Lo si capisce dalle parole del presidente Paolo Scaroni: «Siamo al settimo cielo, facciamo risultati straordinari con la squadra più giovane d’Europa» ha detto a Sky, raggiante. La mentalità è vincente, il gruppo è compatto e convinto. Ieri, per dire, l’allenamento era facoltativo ma a Milanello si sono presentati in 15. Ci sarebbe andato anche
Kessie, ma era dal dentista a farsi rimettere un incisivo volato via in un contrasto.
Tornando al piano B, giovedì contro il Lille nella trasferta crocevia del girone di Europa League giocherà Rebic, che in quella posizione ha già dimostrato di sapersela cavare, nonostante sia più un esterno, massimo una seconda punta. Il norvegese Hauge, in gol al Napoli, troverà quindi lo spazio che merita, come Diaz: energia giovane sulle fasce. Certo, a gennaio ci sarebbe poi il mercato di riparazione: il d.t. Maldini ha più volte ribadito che un vice Ibra non è sulla lista della spesa, chissà però che questo infortunio non gli faccia cambiare idea.