La doppia partita di Berlusconi: aprire al governo ma alleanza unita
«Fondere i gruppi? Non ne parla nessuno»
La partita è doppia e Silvio Berlusconi stavolta la gioca in prima persona. Da una parte c’è da mantenere unito il centrodestra, che negli ultimi giorni ha seriamente rischiato di andare in pezzi con conseguenze pesanti anche sulla stessa Forza Italia, divisa al proprio interno. Dall’altra c’è da tenere alta la bandiera impugnata — quella di leader di un’opposizione responsabile che nell’emergenza offre collaborazione al governo — portando però a casa un risultato, una vittoria di sostanza e di immagine da spendere in chiave di equilibri nella coalizione e di consensi presso l’elettorato.
Mentre il premier Giuseppe Conte continua a riconoscere a FI «voglia di dialogo, che peraltro con loro va avanti da tempo», Berlusconi nelle ultime ore ha indicato ai suoi la linea. A Salvini, che propone una «federazione del centrodestra», va data una risposta rassicurante ma interlocutoria, senza passi affrettati che facciano intravedere lo sbocco di un partito unico o di qualcosa di simile; dal governo invece bisogna ottenere l’assicurazione che saranno pagati ristori «congrui» alle categorie più in difficoltà, quelle del lavoro autonomo e delle partite Iva.
Con Salvini ha «parlato a lungo», ha fatto sapere, condividendo l’idea di lavorare a un «progetto comune» del centrodestra e di rafforzare la collaborazione in Parlamento. Perché quella nel centrodestra è «una collocazione politica che non ha alternative: non possiamo neppure prendere in considerazione l’ipotesi di allearci con la sinistra o il M5S, con i quali siamo incompatibili». Quindi bene un maggior coordinamento tra Lega, FI e FdI, ma di una fusione di gruppi parlamentari «non ha mai parlato nessuno», ha scandito, e dunque il tema di una federazione c’è, ma con modi, tempi, regole ancora tutte da stabilire.
Piuttosto, FI dovrà essere «elemento essenziale di un centrodestra vincente», trascinante soprattutto sul piano dei valori, tra i quali il «senso di responsabilità» mostrato nei confronti del governo: «Non era facile, di fronte agli errori dell’esecutivo potevamo rimanere a guardare cercando un vantaggio elettorale, ma per noi il bene della Nazione viene prima di tutto».
E dunque, ecco il secondo obiettivo: ottenere dal governo un sì ad alcune proposte formulate che, se accolte, porterebbero gli azzurri a votare sì domani allo scostamento di bilancio e permetterebbero a Berlusconi di far pressione sugli alleati per convergere sul voto favorevole. Su questo terreno stanno lavorando da giorni con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (che si è detto «pronto al confronto con le forze costruttive») sia Gianni Letta che Renato Brunetta, convinti di riuscire ad ottenere risposte positive. Che verrebbero poi portate all’esame di Salvini e Meloni in un vertice del centrodestra dal quale si dovrà uscire con una posizione unitaria, pena un rischio rottura.
Il passaggio è delicato per il Cavaliere che si è esposto molto. Ma la posta in gioco è alta. Se si aprisse una nuova stagione di confronto, Berlusconi potrebbe uscirne come protagonista con molta voce in capitolo sui prossimi passaggi cruciali della legislatura: legge elettorale, riforme ed elezione del capo dello Stato. Se poi — come spera — nel novero dei candidati ci sarà anche lui, è materia dei prossimi mesi.