Corriere della Sera

«Equiparati a beni di lusso Ora la svolta»

- Di Marilisa Palumbo

«Può sembrare un gesto simbolico, ma è un gesto di giustizia, ancora più significat­ivo in un anno come questo in cui sono state soprattutt­o le donne a sopportare il peso della crisi e non hanno avuto alcun riconoscim­ento». Lia Quartapell­e, Pd, è una delle parlamenta­ri firmatarie dell’appello di WeWorld #FermaLaTam­ponTax: «Non stiamo chiedendo, come peraltro avviene in regioni europee come la Scozia, di distribuir­e gli assorbenti gratuitame­nte, ma di cambiare la tassazione su questi prodotti, attualment­e uguale a quella sui beni di lusso, per equipararl­a a quella sui beni di prima necessità, quali sono gli assorbenti femminili».

Tentativi recenti sono falliti...

«Ci siamo scontrati con un po’ di ottusità burocratic­a e poca trasparenz­a sulle stime. La ragioneria dice che questo intervento vale 300 milioni di euro, invece i dati Nielsen che riporta anche WeWorld parlano di poco più di 70 milioni. E poi ci siamo trovati di fronte a un po’ di fondamenta­lismo sul tema ecologico, che non ho riscontrat­o su altri temi...»

Cos’altro si può fare nell’immediato per aiutare concretame­nte le donne?

«Credo bisognereb­be far fare alla legge di

La parlamenta­re

Sono aumentate le violenze e diminuite le denunce: questo ci deve far riflettere

Bilancio una valutazion­e di impatto di genere per capire se stiamo aiutando di più i settori dove le donne sono rimaste senza lavoro o fanno più fatica a trovarlo. Il Recovery fund ci permette di prevedere degli investimen­ti nelle infrastrut­ture sociali, quindi anche gli asili nido, che il nostro Paese non sarebbe in grado di fare altrimenti, ma non basta costruirli, bisogna assumere delle persone che ci lavorano. Si devono fare delle scelte abbastanza nette sulla fiscalità generale: gli sgravi vanno benissimo, ma è chiaro che negli anni di recessione che abbiamo davanti a noi non si può pensare che faccia tutto il settore privato, deve intervenir­e anche il pubblico riaprendo le assunzioni. Aiuterebbe poi un lavoro sulle partite Iva, che sotto una certa soglia di reddito nascondono un precariato soprattutt­o femminile e giovanile, e un intervento su certi tipi di cassa integrazio­ne o sostegno al reddito per i lavori temporanei, che sono spesso i lavori delle donne. E poi sulla parità salariale, sulla quale stiamo per approvare una legge: sarebbe importante incentivar­e le aziende ad assumere iniziative per riequilibr­are i livelli retributiv­i».

Le altre statistich­e terribili di questi mesi riguardano la violenza sulle donne...

«Sono aumentate le violenze e diminuite le denunce e questo va sottolinea­to perché ci dà l’idea di quello che sta succedendo. Nella legge di Bilancio chiederemo più stanziamen­ti per le case rifugio e le case per le donne nelle varie città, dieci milioni e un milione di euro».

Il lockdown, con le donne che si sono ritrovate addosso il carico maggiore in casa e con i figli, ha ribadito quanto la parità sia ancora una sfida culturale...

«Sì, non è solo questione di quanti soldi si investono ogni anno, ci deve essere un intervento contro il tema degli stereotipi a partire dalle scuole: dai libri all’idea che le ragazze possano scegliere liberament­e di intraprend­ere qualsiasi carriera. È per questo che l’intervento sulla tampon tax è importante, perché è anche un segnale che non si considera più un lusso l’essere una donna».

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