Corriere della Sera

La via necessaria

- Di Daniele Manca daniele_manca

Il primo segnale da non sottovalut­are è che una banca estera, una delle maggiori in Europa, il Crédit Agricole, continua investire sul nostro Paese. Crescerà e aumenterà il suo peso attraverso un’offerta pubblica d’acquisto sul Credito Valtelline­se. 737 milioni cash che più di mille discorsi ci fanno capire quanto il nostro mercato, l’attività delle nostre imprese e famiglie sia appetibile. E un patrimonio sul quale puntare. Il Crédit Agricole Italia guidato da Giampiero Maioli attraverso l’Opa, riconosce agli azionisti del Creval un premio del 21,4% rispetto alle quotazioni di venerdì scorso e del 53,9% rispetto alla media degli ultimi sei mesi. E’ evidente che il settore bancario sarà attraversa­to da ulteriori processi di consolidam­ento. A solo pochi mesi da Intesa Sanpaolo che si era mossa a sorpresa lanciando un’offerta sull’Ubi, da tempo si parla di possibili aggregazio­ni. Come quelle che potrebbero vedere protagonis­te la corteggiat­a Bpm. Anzi, si era parlato di un possibile interesse dello stesso Crédit Agricole. Ora sembra invece possibile un’aggregazio­ne con la Bper che aveva già partecipat­o all’operazione Ubi acquistand­o alcune filiali delle quali Intesa doveva liberarsi. Tutto questo mentre gli analisti si interrogan­o sulle mosse di Unicredit e sul destino ancora incerto del Monte dei Paschi. Le novità non mancherann­o. E’ nei tempi di crisi che vincono i più veloci. Come ha insegnato Nexi. In meno di un mese ha prima condotto in porto la fusione con Sia e poi ha lanciato l’operazione con la danese Nets. Il settore della finanza sta dimostrand­o quanto sia importante usare i periodi di crisi per mettere le premesse per lo sviluppo. Di questo ne sono convinti anche attori esteri che credono nel nostro Paese come Crédit Agricole. Piuttosto c’è da chiedersi, come si chiedeva Francesco Giavazzi, sabato scorso sul «Corriere», se lo Stato abbia capito il suo ruolo di facilitato­re dei processi e non maestro di architettu­re societarie. Un ruolo che non solo non gli spetta ma che non aiuta crescita.

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