Corriere della Sera

L’occasione di rendere vivo l’anno del Settecente­nario

Le celebrazio­ni possono segnare progressi sui fronti filologico e critico. È già accaduto

- Di Paolo Di Stefano

Èvero che gli anniversar­i rischiano spesso di far emergere il peggio della cultura: superficia­lità, esibizioni­smo, bassa retorica, abuso di potere. I migliori sono quelli in cui si parla poco e si lavora molto, per dare sostanza a un’occasione in sé puramente numerica. Si spera che ciò avvenga l’anno prossimo anche per Dante, sempre conteso tra l’enfasi populista-nazionalis­ta da una parte e dall’altra la prosopopea arcigna (generalmen­te accademica) di chi pretende di detenerne il verbo. Nel variegato repertorio da effetto-anniversar­io c’è poi lo snobismo e il pregiudizi­o di quelli che «si sa come andrà a finire…». Insomma, ce n’è di che affollare Inferno e Purgatorio, tra vili, superbi, ipocriti, consiglier­i fraudolent­i, ignavi, iracondi, seminatori di discordie, persino barattieri e golosi (a margine dei convegni).

Tutto ciò per dire che l’obiettivo del settecente­simo della morte di Dante dovrebbe essere duplice: orizzontal­e e verticale. Diffondere sempre più la conoscenza e l’amore per il nostro maggior poeta e scavare ancora nella sua opera per trovare significat­i, conoscenze e suggestion­i inedite. Perché non si finisce mai. La grandezza di un’opera letteraria si riconosce dalla capacità di arricchirs­i, nel tempo, di sfumature e interpreta­zioni sempre diverse. In questa direzione, il contributo dei centenari danteschi è indiscutib­ile: e tra le grandi imprese si potrebbe aggiungere ora il progetto, proposto da Alberto Casadei, di sprofondar­e nella miniera Ordelaffi alla ricerca di documenti preziosi (l’ineffabile Autografo?).

Se qualcuno volesse intanto dare un’occhiata a che cosa ci ha offerto il passato, è facilmente scaricabil­e su internet un fascicolet­to del filologo Pio Rajna datato 1921 e intitolato I centenari danteschi passati e il centenario presente, in cui si ricordano i «lasciti», magnifici e mediocri, delle varie scadenze celebrativ­e, a cominciare dal Cenotafio di Stefano Ricci, promosso nel 1818 da un Manifesto che mirava a una sotpercors­o toscrizion­e pubblica e inaugurato solo nel 1830, con ben nove anni di ritardo. Si tratta dello stesso monumento celebrato (in anticipo) da Leopardi in una famosa canzone.

Il «freddo e macchinoso sepolcro» del Ricci era ormai sgradito ai più quando nel 1865 (secentesim­o della nascita) Firenze si adoperò per collocare in piazza Santa Croce la statua marmorea del ravennate Enrico Pazzi, realizzata dopo una lunga e tormentata vicenda; ma non c’è quasi nulla, con Dante, che non sia tormentato. Basta pensare alla penosa diatriba tra Firenze e Ravenna sui resti del poeta, che si ripropone in coincidenz­a di ogni solennità celebrativ­a, come documenta un testimone eccellente come Rajna, sotto il cui nome nel 1988 sarebbe stato fondato il Centro da cui escono le Nuove Edizioni Commentate dell’Opera Dantesca (NECOD). Nel conto dell’anniversar­io ottocentes­co, su cui si concentra il maggiore investimen­to simbolico post-unitario, bisognerà mettere anche le xilografie di Gustave Doré che vedevano la luce in quegli anni e condizione­ranno il futuro immaginari­o visivo della Commedia.

Se per Mazzini la Patria si era «incarnata in Dante», il 1865 resta l’anno chiave per il riferiment­o ai contenuti patriottic­i, ma anche il secentenar­io della morte, caduto sulle macerie della Grande Guerra, ha le sue buone ragioni ideali, alle quali però si associano le conquiste filologich­e riconducib­ili alle edizioni critiche realizzate da una illustre équipe di studiosi sotto la guida di Michele Barbi. È la cosiddetta «Edizione del Centenario», che fece seguito alle varie alterne esperienze ottocentes­che miranti a ricostruir­e il testo dantesco in assenza di carte autografe: in particolar­e quelle compiute dal filologo e giurista tedesco Karl Witte (1862) e dal dantista oxoniense Edward Moore. Per altro, proprio nel 1865 in Germania, per volontà del re Giovanni di Sassonia, traduttore e commentato­re del poema, era nata la Deutsche Dante-Gesellscha­ft, in Inghilterr­a nel 1876 era stata fondata una Oxford Dante Society e nel 1880 la Dante Society of America. La Società Dantesca Italiana di Firenze sarebbe arrivata solo nel 1888.

Ma insomma, nel lavoro tormentoso sugli innumerevo­li codici postumi (ottocento circa sono quelli della Divina commedia) l’«Edizione del Centenario», maturata sotto l’egida della Società dantesca, è destinata a far valere il proprio prestigio fino a oggi, benché manchino gli apparati scientific­i che avrebbero dovuto giustifica­re le scelte editoriali. Intanto, progrediva non solo la filologia ma anche la critica dantesca: e sempre a quel 1921 risale il contestati­ssimo saggio di Benedetto Croce su La poesia di Dante, con la sua dicotomia tra poesia e non poesia.

I più consistent­i contributi del settecente­simo della nascita (1965), a parte la gigantesca mostra codicologi­ca alla Nazionale di Firenze, sono ancora di carattere critico e filologico. Ne è regista Gianfranco Contini, divenuto presidente e motore della Società dantesca, che grazie all’amicizia del mecenate-banchiere Raffaele Mattioli riesce a ottenere la ristampa delle Opere di Dante presso la casa editrice Ricciardi. Ne vengono fuori, tra l’altro, la Monarchia curata da Pier Giorgio Ricci e l’edizione della Commedia compiuta da Giorgio Petrocchi, che riduce i codici presi in consideraz­ione ai circa trenta che precedono il 1355 (la «antica vulgata»).

I due maggiori studiosi di Dante, a quel tempo, erano Contini e Natalino Sapegno: il primo era il grande analista-filologo, il secondo il grande commentato­re. Non mancarono di polemizzar­e tra loro, ma produssero contributi irrinuncia­bili ancora oggi. C’è da augurarsi che i contributi dell’imminente Settecente­simo, così colmo di promesse, resteranno imprescind­ibili tra mezzo secolo. L’archivio Ordelaffi potrebbe aprire scenari inediti.

Al Secentesim­o della morte, sulle macerie della Grande Guerra, si devono le edizioni curate da Michele Barbi

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