Daniele, Vasco, Dalla: le più belle hit italiane in chiave jazz
un tassello di una vasta composizione emozionale quale è la ricca melodia dei paesaggi italiani e il suono musicale dei dialetti. Un disco da assaporare come un piatto di cucina tradizionale»: così il jazzista Paolo Fresu descrive l’album Italian Spirit del duo composto dal trombettista piemontese Marco Vezzoso e dal pianista ligure Alessandro Collina. Il disco raccoglie 11 tra le più belle canzoni della musica italiana reinterpretate in una raffinata chiave strumentale. «Finché vivi in Italia, da musicista, non ti rendi conto del grande potenziale della musica, della melodia italiana all’estero — spiegano i due, che hanno alle spalle 4 album e numerosi concerti tra Francia, Italia e Oriente —. I cantautori italiani hanno una grandissima forza melodica e noi abbiamo cercato di toccare tutti i più emblematici».
Fanno quindi parte del progetto alcuni dei brani più rappresentativi del nostro patrimonio musicale, da Giudizi universali di Samuele Bersani
a Diamante di Zucchero, da A me me piace ‘o blues di Pino Daniele a Balla balla ballerino di Lucio Dalla passando per Sally di Vasco Rossi, che ha apprezzato così tanto la sua ballata in versione jazz da condividerla sui suoi social («L’ha postata subito sul suo account Instagram, e poi l’ha messa sul suo sito ufficiale. Così abbiamo raggiunto un pubblico incredibile»).
Non è la prima volta che Vezzoso e Collina — il cui sodalizio artistico, cominciato in Giappone, è arrivato fino in Cina passando per Cambogia, Indonesia e Malesia — eseguono i grandi classici del passato: lo avevano già fatto nell’album Guarda che luna del 2018. Ma dopo il successo ottenuto con il brano del rocker di Zocca, eseguito per la prima volta nel 2019 al Festival del jazz europeo di Canton in Cina, i due jazzisti hanno deciso di intraprendere un viaggio di ricerca più approfondito: «Abbiamo pensato di far conoscere anche successi più recenti attraverso la nostra musica. Entrambi abbiamo la passione per Dalla, Daniele e in generale per canzoni che abbiano un forte pathos».
L’obiettivo è costruire un ponte generazionale tra jazz e musica leggera: «Noi siamo anche insegnanti di musica, e ci siamo resi conto che per raggiungere i giovani con il jazz questo può essere il giusto approccio».