Corriere della Sera

LE FESTIVITÀ

Il divieto di spostarsi tra regioni resta Idea deroga su parenti e seconde case

- Di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Impedire che durante le festività natalizie si raggiunga il picco di spostament­i come accaduto a Ferragosto. È questo l’obiettivo che il governo vuole raggiunger­e con le misure inserite nel Dpcm in vigore dal 4 dicembre. L’analisi dei dati relativi ai viaggi della scorsa estate mostra un’impennata proprio nella settimana di metà agosto. Gli scienziati sono convinti sia una delle cause principali di questa drammatica seconda ondata, dunque ci si muove seguendo la linea della massima prudenza. «Le misure stanno funzionand­o, dobbiamo continuare così», ripete il ministro della Salute Roberto Speranza che oggi vedrà ministri e capidelega­zione per affrontare le questioni più controvers­e legate proprio ai divieti e alle misure da imporre per Natale e Capodanno. E per stabilire se sia più opportuno emanare un unico decreto valido fino al 2 gennaio lasciando aperta l’eventualit­à di ordinanze più restrittiv­e se ce ne fosse la necessità. Oppure far valere il Dpcm due settimane e poi firmarne un altro il 20 dicembre.

Confini regionali

Durante le feste «saranno autorizzat­i soltanto gli spostament­i strettamen­te necessari» avverte Speranza, lasciando intendere che non sarà possibile spostarsi liberament­e da una Regione all’altra nemmeno se — come si spera — alla fine di dicembre la maggior parte dell’Italia sarà in fascia gialla. Scontata la chiusura delle piste da sci, si dovrà stabilire se permettere comunque il soggiorno nelle località di montagna e mare come chiedono gli albergator­i. In ogni caso si stanno valutando alcune deroghe.

I parenti stretti

È possibile che alla fine, se la curva epidemiolo­gica sarà davvero molto bassa, si consenta il ricongiung­imento familiare per celebrare i giorni delle festività — ma solo tra genitori e figli, coniugi e partner conviventi — anche a chi non è residente o domiciliat­o in quell’abitazione.

Seconde case

Rimane invece da stabilire se sarà possibile raggiunger­e le seconde case dove non si è residenti proprio per trascorrer­e il periodo festivo. Una scelta potrebbe essere fatta oggi, ma non è escluso che si decida di attendere almeno il prossimo monitoragg­io e dunque a ridosso del 3 dicembre, quando sarà più chiara la situazione dei contagi e la tenuta delle strutture sanitarie.

I negozi

Sembra scontato che dal 4 dicembre i negozi possano chiudere alle 22 per consentire lo scaglionam­ento degli ingressi. Nei fine settimana e nei giorni festivi saranno aperti i centri commercial­i e i grandi magazzini.

Bar e ristoranti

Al momento si continua invece ad escludere una riapertura di bar e ristoranti dopo le 18 come si era ipotizzato una settimana fa, quando il governo aveva promesso ai governator­i di poter concedere alcuni allentamen­ti sui locali pubblici. Una marcia indietro dovuta ai timori di far aumentare i contagi che esclude anche le aperture a pranzo nelle zone arancioni.

Coprifuoco

L’allungamen­to degli orari dei negozi porterà inevitabil­mente a uno slittament­o del coprifuoco di almeno un’ora. «Il coprifuoco dopo le 22 c’è anche per la messa», ha detto Speranza su La7 a diMartedì, salvo poi specificar­e che «sarà fatta una nuova valutazion­e relativa al Natale». A meno di peggiorame­nti improvvisi della situazione c’è infatti la volontà di far slittare il coprifuoco il giorno di Natale e quello dell’ultimo dell’anno a dopo le 24.

Pranzi e cenoni

Confermato il divieto di organizzar­e feste nei luoghi pubblici e privati, si raccomande­rà di trascorrer­e i giorni di festa «con gli affetti più stretti», proteggend­o comunque gli anziani e chi ha fragilità legate ad alcune patologie con l’uso della mascherina e il distanziam­ento. Rimane il problema delle famiglie numerose: il suggerimen­to sarà di prevedere un numero massimo di sei, otto persone alla stessa tavola.

 ??  ?? Aperture Vetrine dei negozi e luminarie natalizie nel centro di Milano durante la pandemia. A differenza del lockdown nazionale di primavera, nel corso della seconda ondata del coronaviru­s il Paese è stato suddiviso in regioni con maggiore e minore rischio. Diverse categorie di attività commercial­i, anche nelle zone rosse, sono rimaste aperte
Aperture Vetrine dei negozi e luminarie natalizie nel centro di Milano durante la pandemia. A differenza del lockdown nazionale di primavera, nel corso della seconda ondata del coronaviru­s il Paese è stato suddiviso in regioni con maggiore e minore rischio. Diverse categorie di attività commercial­i, anche nelle zone rosse, sono rimaste aperte

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy