Corriere della Sera

Addio ad Alfonso l’infermiere eroe: da pensionato era tornato in corsia

Napoli, poco dopo il contagio era finito in terapia intensiva Ai familiari diceva: «Non lavoro per l’ospedale, ma per i malati»

- Fulvio Bufi Maria Egizia Fiaschetti

Quei messaggi che scorrono nei sottopanci­a dei principali canali tv e che invitano i medici in pensione a ritornare in attività per dare una mano ai colleghi impegnati contro il Covid, Alfonso Durante non li ha mai visti. Prima perché stava dalla mattina alla sera sulle ambulanze e la television­e non aveva il tempo di vederla. E dopo perché nel reparto Covid dove è finito il tempo lo passava a cercare di sopravvive­re. E non c’è riuscito.

Alfonso Durante non era un medico, ma dalla pensione era rientrato di corsa, pure se a 75 anni la fatica delle giornate in ambulanza pesa molto di più. Ma aveva fatto questo tutta la vita, infermiere di pronto soccorso nel 118. Oggi le centrali operative assegnano gli interventi con un beep sul tablet, lui aveva iniziato quando si andava con la radio e la voce dall’altoparlan­te gracchiava pure. Migliaia di corse, migliaia di guanti indossati e sfilati. Migliaia di vite salvate.

Poi era arrivato il momento di declinare tutto questo al passato. Alfonso aveva una famiglia che aveva ricomincia­to a godersi, e avrebbe potuto continuare a passare le giornate con i suoi cari. Ma non se l’è sentita. Non se l’è sentita di lasciare i vecchi colleghi senza di lui di fronte a tanta emergenza. E soprattutt­o non se l’è sentita di restarsene in casa mentre là fuori c’erano persone che avrebbe potuto aiutare. Perché Alfonso, raccontano i familiari, ripeteva sempre che lui non lavorava né per la Asl né per l’ospedale. Da lì arrivava lo stipendio, ma il suo lavoro, il suo impegno — lo diceva sempre — erano per gli ammalati. Per le persone alle quali poteva essere utile.

E se adesso lo stipendio era stato sostituito dal bonifico dell’Inps, la spinta a rendersi utile non era affatto andata in pensione. Così in piena emergenza Covid Alfonso ha fatto un paio di telefonate e si è messo a disposizio­ne. Cambiando il colore della divisa, non più l’arancione del 118 ma il giallo e celeste della coop Misericord­ia, ma ricomincia­ndo tutto come prima: le corse dove c’era una chiamata, le manovre salvavita, l’ossigeno, la stabilizza­zione del paziente, mentre il collega al volante sfrecciava verso l’ospedale. Solo che adesso il nemico da affrontare era il Covid, e Alfonso, che non si è mai tirato indietro, tornando sulle ambulanze al Covid si è avvicinato troppo. E ne è rimasto contagiato.

L’altro giorno è stata l’associazio­ne di operatori del 118 «Nessuno tocchi Ippocrate» a

«Ha salvato tante vite e ha portato a termine la sua missione fino all’ultimo respiro»

diffondere, sulla propria pagina Facebook, la notizia che Alfonso, ricoverato nel frattempo in terapia intensiva al Cotugno, non ce l’ha fatta.

«Oggi ci lascia Alfonso Durante! Il vero eroe di questa pandemia con la sua missione portata a termine fino al suo ultimo respiro». Il dottor Manuel Ruggiero — che di «Nessuno tocchi Ippocrate» è il fondatore — lo ricorda così: «Alfonso ha vissuto la sua vita sempre in prima linea, e ora, da grande profession­ista quale era, si era lanciato di nuovo tra le fiamme per salvare altre vite umane». Sulla morte di Alfonso è intervenut­o anche il consiglier­e regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, che ha proposto per l’infermiere l’assegnazio­ne alla memoria della medaglia d’oro al valor civile.

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Vittima Alfonso Durante, 75 anni, infermiere in pensione aveva deciso di rientrare in servizio

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