Comunali a Roma, il Pd riprende il dialogo con Calenda
Il confronto con Zingaretti, mentre si allontana l’intesa con i 5 Stelle. Nel centrodestra Bertolaso in pole
I vertici del Pd si sono andati convincendo che il Movimento 5 Stelle non metterà da parte Virginia Raggi, rinunciando a candidarla. «È difesa da Alessandro Di Battista», spiegano i dem romani. Il che vuol dire che i grillini, immersi in un congresso permanente, non apriranno un altro fronte nella lotta interna per sacrificare la sindaca sull’altare di un’eventuale alleanza con il Partito democratico.
Probabilmente è anche per questa ragione che Nicola Zingaretti ha ripreso i contatti con Carlo Calenda. I due si sono confrontati pochissimi giorni fa. Il presidente della Regione Lazio ha spiegato all’ex ministro che non c’è un veto dem nei suoi confronti, anche se è ancora troppo presto per assumere decisioni che comunque vanno prese con i vertici romani del partito. Ma Zingaretti ha anche detto a Calenda che se si vuole candidare con l’appoggio del Pd non può farlo da leader di Azione. Che significa? Al Pd la spiegano così: «Con Calenda stiamo avendo un dialogo positivo e speriamo di superare le incomprensioni. Ma se ci si candida a fare il sindaco di Roma crediamo sia legittimo chiedere, come Pd, di essere rappresentati. Candidarsi a guidare un’alleanza va oltre la rappresentanza del proprio partito, vuol dire rappresentare tutti. Bisogna rafforzare un nuovo clima unitario». Detta in soldoni, i dem temono che Calenda, spingendo Azione nella tornata elettorale capitolina, finisca per farlo a danno del Pd. Perciò l’esempio che viene fatto dal partito romano è quello di Walter Veltroni che, prima di candidarsi a sindaco, si dimise da segretario del Pd. I dem non chiedono tanto a Calenda, ma lo sollecitano almeno a non vestire i panni di leader di Azione, sponsorizzando solo il suo movimento, nella corsa a sindaco di Roma.
Mentre nel campo del centrosinistra non si è arrivati ancora a una soluzione definitiva, dall’altra parte, cioè nel centrodestra, pare invece che si sia raggiunto un sostanziale accordo sulla candidatura di Guido Bertolaso. L’ex capo della Protezione civile ha anche già registrato un suo sito dal nome indicativo: Bertolasosindaco.it.
In tutto ciò, però, come per altre città chiamate al voto, manca una data. E su questo versante l’incertezza è massima. La causa, ovviamente, è la pandemia. Il timore è quello di una terza ondata, magari a febbraio, che possa rendere difficoltosa se non impossibile la campagna elettorale.