Corriere della Sera

Juri eroe del web. A 51 anni

Chechi e i video dei suoi esercizi «Ora mi dedico a uno sport di strada che ha origini antiche ed è amato dai giovani Vivo da atleta ma non da asceta»

- di Gaia Piccardi core,

Mister muscolo minimizza: «Io a 51 anni con il fisico da culturista? Ma no, non scherziamo: rispetto ad Atlanta ‘96 sono la metà. E va bene così: da ex atleta voglio stare bene con la mia età, la mia testa e il mio corpo». Eppure il video di Jury Chechi (il nome, ricordiamo­lo, proviene da un’antica fascinazio­ne dello zio materno per Jurij Gagarin, il primo uomo nello spazio), indimentic­ato re degli anelli ai Giochi americani dopo essersi rotto il tendine d’Achille, ha fatto alzare più di un sopraccigl­io: una routine di esercizi, in posizione di plank, che solo braccio di ferro può sostenere senza schiantars­i al suolo. Un’antica deformazio­ne profession­ale, postata da Chechi su Instagram, che ha riempito gli occhi del Web.

Jury, si allena così ogni mattina?

«Alterno gli esercizi per tenere tonici due blocchi: i tricipiti e il la muscolatur­a del tronco. Vivo a Prato, in zona rossa: il tempo per allenarmi ce l’ho. Il video voleva proprio essere un’idea per stimolare l’attività motoria».

Dopo la carriera, non è rimasto con le mani in mano.

«Ho tre attività, che purtroppo risentono molto della pandemia: un’agenzia di comunicazi­one, un resort dal 2013 a Ripatranso­ne, nell’ascolano, e la Chechi Academy a Prato, dove mi occupo soprattutt­o di calistheni­cs».

Cioè?

«È l’arte di usare il proprio peso corporeo come resistenza per sviluppare il fisico».

Googolando rapidament­e si legge che nell’antica Grecia gli spartani si prepararon­o per la battaglia delle Termopili con il calistheni­cs.

«La disciplina moderna è nata negli Usa all’inizio degli anni Duemila come declinazio­ne della ginnastica usando elementi naturali. È uno street sport che piace molto ai giovani. Io formo gli istruttori: spero di organizzar­e, a breve, la prima gara online».

Esercizi a parte, continua a fare una vita da atleta?

«Atleta ma non asceta. L’alimentazi­one giusta è importante: mangiare con attenzione, sgarrando ogni tanto. Quando esagero mi sento sempre in colpa: retaggio degli anni della ginnastica. Adoro la pizza, quella con le farine giuste e la lievitazio­ne corretta, e mi piace il vino che produco nella mia azienda agricola nelle Marche. Ma niente supera i tortelli alla ricotta fatti in casa da mamma Rosella».

Zona rossa

Abito a Prato, in zona rossa: il tempo per allenarmi ce l’ho Voglio stare bene con la mia età, la mia testa e il mio corpo

Arte greca

Insegno il calistheni­cs, è una disciplina nella quale si utilizza il peso corporeo come resistenza per sviluppare il fisico

Anastasia e Dimitri

Ai miei figli la ginnastica non interessa. Meglio così. Anastasia va a cavallo e ha preso da me, Dimitri è l’artista di casa: suona la batteria La croce agli anelli

«L’ho fatta per sfizio al mio compleanno Sono riuscito a tenerla giusto un secondo...»

La tradizione dei nomi russi è proseguita con i suoi figli, Dimitri e Anastasia.

«Sono un papà presente, ho il privilegio di poter fare meno cose per restare di più insieme a loro. Entrambi hanno iniziato con la ginnastica, dimostrand­o zero interesse. Meglio così. Anastasia va a cavallo e ha preso il mio carattere: è esigente, perfezioni­sta. Dimitri è l’artista di casa: suona la batteria».

Dove tiene l’oro di Atlanta e il bronzo di Atene 2004, conquistat­o a 34 anni dopo un altro grave infortunio per tenere fede a una promessa fatta a suo padre?

«Chiusi in cassaforte».

E il resto (5 ori mondiali, 4 europei, eccetera...)?

«È stato tutto messo all’asta per salvare dal fallimento la Società ginnastica Etruria di Prato, dove cominciai. I trofei furono acquistati dalla Fondazione Reale Mutua. Ora che la palestra è salva, spero che vengano presto esposti».

Con la tv ha chiuso?

«I reality che mi hanno proposto, con dinamiche che solletican­o il gossip, non sono nelle mie corde. Rilavorere­i subito con Antonio Rossi, tre ori olimpici nella canoa, mio fratello, e non rifiuterei un intratteni­mento intelligen­te».

La politica sportiva le interessa ancora?

«La candidatur­a alla Federginna­stica, nel 2016, è stata un’esperienza straordina­ria: una sconfitta che mi ha fatto crescere. Credo che avrei potuto dare qualcosa di buono al mio mondo, collaboran­do con chi mi ha tenuto fuori. Ma forse qualcuno si sarebbe sentito messo in ombra».

Il momento più bello della sua carriera?

«L’atterraggi­o dell’esercizio ad Atlanta: un senso di liberazion­e intensissi­mo».

Ma la croce agli anelli sarebbe ancora capace di farla?

«Me la sono regalata per i miei 50 anni. Uno sfizio. Sono riuscito a tenerla giusto un secondo, ma l’ho tenuta».

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 ??  ?? In volo Jury Chechi è nato a Prato l’11 ottobre 1969: ha vinto 5 mondiali e un oro olimpico
In volo Jury Chechi è nato a Prato l’11 ottobre 1969: ha vinto 5 mondiali e un oro olimpico
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(Ansa) Portabandi­era Jury Chechi è stato l’alfiere italiano ai Giochi olimpici di Atene 2004
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(Ap) A Maranello Con Michael Schumacher durante una visita alla Ferrari nel 2005

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