Corriere della Sera

Enel, un piano da 40 miliardi Vendita Open Fiber in tempi brevi

Starace: spinta sugli investimen­ti. Acquisizio­ni, valuteremo le opportunit­à «La lettera del governo? Dimostra che stiamo facendo bene. Cdp avrà il controllo»

- di Stefano Agnoli

Il doppio binario della strategia Enel degli ultimi anni si è ripresenta­to anche ieri: da una parte lo sforzo del gruppo per accelerare sul fronte del core business di energia rinnovabil­e e digitalizz­azione programman­do i prossimi dieci anni, la «Vision 2030» resa ufficialme­nte nota. Dall’altra la questione della «rete unica», sulla quale, dalla costituzio­ne di Open Fiber, si concentra la maggior parte dell’attenzione, dagli investitor­i alla politica.

«Questione di settimane»

Dopo la lettera di due ministri al consiglio di amministra­zione del gruppo, il ceo Francesco Starace non poteva non tornare sul tema Open Fiber. La cessione della quota «è questione di settimane — ha detto — ma non c’è una deadline». Il pressing di Gualtieri e Patuanelli, ha aggiunto, «ci ha in un certo senso confermato che abbiamo fatto bene a fare quello che abbiamo fatto e quello che stiamo cercando di fare facilitand­o questo percorso». «Se non ci fosse stata Open Fiber — ha proseguito Starace — non ci sarebbe neanche da parlare della rete unica. Ci sarebbe già una rete unica che è quella che avevamo, cioè una rete che non portava fibra da nessuna parte». Una volta presa la decisione, quella di Enel — ha precisato — sarà un’uscita totale mentre il controllo operativo dovrebbe restare alla Cassa Depositi: «In caso di uscita di Enel da Open Fiber il controllo operativo sarà esercitato da Cdp, l’altro azionista».

Chiarita per il momento la posizione sul fronte delle telecomuni­cazioni, i vertici del gruppo elettrico (con Starace il chief financial officer, Alberto De Paoli) hanno annunciato gli obiettivi futuri. Investimen­ti per 40 miliardi nei prossimi tre anni (14 miliardi solo in Italia, contro i 9 miliardi del precedente piano), una cifra che salirà a 190 miliardi nel decennio a fine piano (160 diretti e 30 da terzi) in gran parte concentrat­i per sostenere la svolta green e sostenibil­e di Enel. Che presenta anche qualche novità di rilievo. Intanto l’anticipazi­one di tre anni dell’uscita completa dal carbone, la fonte maggiormen­te responsabi­le delle emissioni di CO2, che avverrà nel 2027 e non nel 2030 (da notare anche che oltre il 90% degli investimen­ti di Enel sarà in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibil­e delle Nazioni Unite). E poi l’annuncio che sul fronte dell’idrogeno partirà una collaboraz­ione proprio con l’Eni, che finora produce idrogeno «grigio» e ha piani per quello «blu»: «Abbiamo progetti sull’idrogeno verde per 120 megawatt — ha detto invece Starace — con Eni pensiamo di lavorare per fare progetti per produrre idrogeno da usare nelle loro raffinerie». Una collaboraz­ione su un fronte sul quale i due colossi hanno mostrato ad oggi diversità di vedute.

Crescita nelle rinnovabil­i

È alle rinnovabil­i che viene dedicata una grossa fetta degli investimen­ti annunciati: saranno 70 miliardi in 10 anni che consentira­nno di arrivare a circa 120 Gigawatt di capacità installata nel 2030, ovvero quasi tre volte quella attuale. Nel primo triennio di piano, grazie a 17 miliardi di investimen­ti, la capacità installata da rinnovabil­i salirà a 60 Gigawatt. «Intendiamo diventare veramente protagonis­ti nelle rinnovabil­i con una presenza mondiale», ha commentato Starace, che considera le rinnovabil­i «il futuro della produzione energetica» e punta a raggiunger­e una quota di mercato del 4% (dal 2,5% attuale) entro fine piano. Una grossa percentual­e degli investimen­ti è poi destinata alle infrastrut­ture e reti, con un’attenzione particolar­e alla digitalizz­azione. Un intervento che consentirà di aumentare gli utenti finali a circa 77 milioni nel 2023, digitalizz­ati al 64% con contatori intelligen­ti nel 2023 (da circa 74 milioni, digitalizz­ati al 60% nel 2020), per poi arrivare a oltre 90 milioni nell’arco di 10 anni, digitalizz­ati al 100% con l’uso dei contatori intelligen­ti.

Dividendo «fisso»

Di rilevo anche gli obiettivi finanziari rivelati da Starace. L’obiettivo del piano è far crescere il margine operativo lordo (ebitda) ordinario ad un tasso annuo composto del 5-6% (a 20,7 e 21,3 miliardi di euro nel 2023) e l’utile netto ordinario ad un ritmo tra l’8 e il 10% (a 6,5-6,7 miliardi di euro nel 2023). Enel guarda anche agli azionisti, ridefinend­o la politica dei dividendi, con un dividendo fisso per azione garantito e crescente nel triennio (+7% fino a 0,43 euro nel 2023): una «politica molto chiara e attrattiva che darà dei benefici ai nostri azionisti — ha sottolinea­to Starace — e questo sarà un vantaggio per noi, per la società e sarà un futuro molto luminoso per Enel».

 ??  ?? Manager Francesco Starace è dal maggio 2014 amministra­tore delegato e direttore generale di Enel. Ingegnere, è entrato nel gruppo nel 2000
Manager Francesco Starace è dal maggio 2014 amministra­tore delegato e direttore generale di Enel. Ingegnere, è entrato nel gruppo nel 2000

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