Feltrinelli apre le sue aule
Programmi online per la formazione: «Strumenti come i tascabili anni Cinquanta»
Che cosa avrebbe detto Inge? «Sarebbe entusiasta. È stata sempre una trascinatrice, ci ha insegnato a superare con ottimismo i momenti più complicati». Non è un caso che Carlo Feltrinelli abbia scelto il 24 novembre per presentare una grande iniziativa digitale. Ieri sua madre, scomparsa il 20 settembre 2018, avrebbe compiuto novant’anni. Nella storica sede milanese, nel centro di Milano, il presidente del gruppo racconta le due nuove sfide, appena presentate: Feltrinelli Education, una piattaforma professionalizzante, e la nuova veste di una storica libreria della catena, la Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano.
Il momento non è facile, Alberto Rivolta, amministratore delegato delle Librerie Feltrinelli, ha parlato, per il 2020, di cali di fatturato per i negozi in doppia cifra: «Dopo il primo lockdown — spiega Feltrinelli — c’è stata una significativa ripresa delle vendite, a testimonianza che il libro è qualcosa di solido, accessibile, rilevante, e questa è una buona notizia. Gli italiani lo hanno considerato un rifugio e un conforto, quasi un antidoto. Noi abbiamo reagito con tutti i nostri marchi, anche se questo secondo lockdown getta un’incognita sul Natale che è sempre un momento importante per le vendite. Le librerie sono aperte con limitazioni, i centri storici sono deserti, zero turisti e non è facile lavorare».
Eppure qualcosa di buono sembra essere uscito dall’emergenza: «Forse — continua Feltrinelli — si è capito che non ci si salva da soli, ha preso forma una visione più sistemica del settore, con una collaborazione pubblico-privato più stretta. Il nostro auspicio è che il tavolo per una proposta di legge di cui ha parlato il ministro Dario Franceschini diventi uno strumento per recepire le esigenze delle varie componenti: editori, librerie indipendenti e anche di catena, che sono l’ossatura della distribuzione diretta». Negli ultimi tempi il gruppo si è mosso con una politica di prudenti ma costanti acquisizioni: «Abbiamo giocato carte importanti, completando l’acquisizione della maggioranza di Marsilio e assorbendo Crocetti che ora propone la mastodontica operazione del sequel dell’Odissea di Nikos Kazantzakis. È un momento di battaglia e noi siamo da battaglia. In 65 anni di attività lo abbiamo dimostrato con programmi che hanno anticipato i temi della riflessione, aprendo librerie al Sud quando nessuno lo faceva o una Fondazione quando non era di moda. Cogliamo tutta la preoccupazione, tutte le incertezze di questo periodo, ma non vogliamo rimanere fermi».
Feltrinelli Education segna l’ingresso della casa editrice nel mondo della formazione. Con un’espressione inglese viene definita «una piattaforma di lifelong learning»: studiare, aggiornarsi per avere una preparazione professionale in certi ambiti di conoscenza ma anche per il gusto di non appiattire la curva dell’apprendimento. Il paragone è con il libro tascabile. «La Feltrinelli è nata sulle ceneri della Colip, la Cooperativa del libro popolare, con questa idea: pubblicare classici, saggi scientifici, di economia, politica, filosofia in tascabile. Questo ha caratterizzato fin dall’inizio il nostro percorso. Non si chiamava “formazione” ma aveva quello scopo. Erano strumenti per rendere le persone capaci di amministrare il loro futuro, per affrontare il mondo», aggiunge il presidente. Il corso digitale è il tascabile di questa nuova era? «Con una linea editoriale autoriale molto radicata. Mi piace pensare che sia un seguito della componente umanistica che ha fatto partire la Feltrinelli nel 1954». È la fine di una certa idea di editore, come ha sottolineato Alessandro Baricco? «Direi che è il tentativo di creare un modello contemporaneo di editore, che parla dei libri ma deve fare più mestieri in uno. È una caratteristica nuova e necessaria. C’è un mosaico che si deve comporre, bisogna essere all’altezza».
Corsi, laboratori, lezioni, in digitale ma anche in presenza spalmati su cinque aree tematiche: Comunicazione & Creatività, Economia & Marketing, Digital Change, Formazione ed Educazione. I dettagli di questa operazione li spiega il direttore Massimiliano Tarantino: «C’è molto dinamismo, molta diversità. Ci sono corsi per chi, ad esempio, voglia avere dei fondamenti in economia, di comunicazione efficace, ma ci sono anche cose più piccole, per esempio laboratori in cui si impara facendo, oppure le lezioni d’autore, la chicca dell’edutainment». Sulla piattaforma un centinaio di prodotti: si va da una singola lezione che può costare 9 euro a un corso professionalizzante di coding da 1.200. «L’idea — prosegue Tarantino — è che il lavoratore del futuro non possa avere una singola competenza. La nostra filosofia è aprire finestre di dubbio, curiosità. Offriamo soluzioni quando i corsi sono particolarmente professionalizzanti, cerchiamo di irrobustire una certa fiducia in chi ci segue con quelli di impostazione più umanistica. Non possiamo prevedere quale sarà il bisogno, possiamo però affrontare il cambiamento con strumenti utili». Sembra qualcosa nato in questi mesi; in realtà, spiega Carlo Feltrinelli, «la strategia di integrazione tra digitale e analogico parte da lontano. Questo è un progetto che curiamo da un paio d’anni ma che si inserisce perfettamente nella nostra politica culturale». Si pesca nella grande rete degli autori della casa, ma non solo: Marco Balzano,Umberto Galimberti, Tito Boeri, Gad Lerner, Carlo Cottarelli, Lucia Annunziata, Telmo Pievani sono alcuni dei protagonisti coinvolti. Molti corsi sono in partnership con grandi aziende o con altri centri di formazione come la scuola Holden, mentre alla casa fanno capo le humanities: «Feltrinelli — dice Tarantino — è sempre stata nel cambiamento, oggi mette a sistema l’esperienza editoriale, di contatto con i clienti in una modalità nuova facendo in modo che la conoscenza sia al centro non solo in formato classico, ma anche in formati dinamici, interattivi».
Attenzione però, avverte Carlo: «Il libro è dinamico e resta sempre al centro». Come al centro resta la libreria che, a partire dal megastore di piazza Piemonte, diventa ibrida sfruttando la sinergia tra online e offline, su cui il gruppo ha investito negli ultimi anni, con la creazione del primo grande polo e-commerce in Italia costituito da lafeltrinelli.it, Ibs.it e Libraccio.it. «Era il luogo giusto per mettere a terra questa idea di multicanalità. Quella di piazza Piemonte — dice Feltrinelli — è una libreria contemporanea, bella, con quasi 50 mila titoli fisici, con isole tematiche, un reparto ragazzi molto innovativo, una parte dedicata al gaming, il ricevimento del libro usato del Libraccio, un bar molto figo. Su questo si innestano novità tecnologiche: casse automatiche, possibilità di pagare con app, telefonino. E soprattutto l’interazione con il libraio attraverso whatsapp o Facebook o in sede. E, grazie al touch screen, il contatto con 1.200 librai d’Italia. Si potrà andare in libreria e farsi mandare il libro a casa, oppure il contrario. In generale significa la totale porosità tra mondo digitale e mondo analogico: è l’impianto della nostra strategia futura, non a caso siamo l’editore europeo con maggiore integrazione tra i due ambiti».
L’accelerazione dell’ecommerce dovuta all’emergenza Covid, che ha favorito soprattutto Amazon, resterà in eredità? «Per un po’ probabilmente sì, poi ci sarà un punto di equilibrio anche perché credo fermamente che le librerie non passeranno di moda, non saranno una cosa per vecchi se riusciremo a combinare le modalità di acquisto e informazione delle fasce più giovani con l’esperienza e la dimensione di comunità, relazione, la proposta visiva e tattile che sono elementi tipici di una libreria.