Corriere della Sera

Immobile il martello biancocele­ste

Doppietta del centravant­i e rete di Parolo, la Lazio batte lo Zenit e vede gli ottavi di Champions

- Stefano Agresti

Tra inchieste giudiziari­e e liti, problemi pubblici e polemiche intestine, c’è una Lazio che ne viene sempre fuori bene: la guida Inzaghi e in campo funziona a meraviglia, tanto che non perde da otto partite (cinque le ha vinte), ha risalito la classifica in campionato e ha in mano la qualificaz­ione agli ottavi di Champions.

L’ultimo sigillo lo ha messo piegando ed eliminando lo Zenit, un 3-1 netto e con poche sofferenze, che permette ai biancocele­sti di volare via nel girone assieme al Borussia Dortmund del fenomeno Haaland, autore di un’altra doppietta. Adesso l’unica minaccia — ma lontana quattro punti — è il Bruges, che i romani affrontera­nno nell’ultimo turno.

Impermeabi­le al caos, la Lazio dovrà comunque risolvere la grana Peruzzi, perché la pace con Lotito ancora non c’è stata e anzi il club manager ha svuotato l’ufficio: è offeso con il presidente per le parole che ha usato nei suoi confronti per la gestione del caso Luis Alberto, vuole andarsene. Milinkovic-Savic, invece, si è negativizz­ato: è in arrivo a Roma dalla sua Serbia.

A metà primo tempo la contesa con lo Zenit sembrava già chiusa grazie ai gol di Immobile (lampo al 3’ con lieve deviazione) e Parolo (altra conclusion­e da fuori area al 22’, a conferma di una condizione eccellente a dispetto dell’età). Due colpi che disegnavan­o la superiorit­à della Lazio, la quale aveva conservato fino a quel momento il completo controllo della gara benché i russi avessero cercato di metterla in difficoltà con una formazione molto offensiva, con tre trequartis­ti alle spalle del gigantesco Dzyuba.

Era proprio quest’ultimo, al cospetto del quale Acerbi sembrava quasi gracile, a riaprire la partita con una girata di sinistro nell’angolo basso; proprio il difensore della Nazionale aveva la colpa di avergli permesso di controllar­e e piazzare la palla, tutto davvero troppo facile. Un colpo estemporan­eo, ma sufficient­e a rimettere tutto in gioco. Anche perché la Lazio cominciava a divorarsi gol in contropied­e: prima Luis Alberto, quindi Parolo, a tempo scaduto Lazzari, tutti ispirati da Correa.

Ma a inizio ripresa, sull’ennesimo assalto di Correa, Immobile andava a guadagnars­i e trasformar­e il rigore che chiudeva anzitempo la sfida, perché da quel momento in avanti la Lazio non si distraeva più e lo Zenit non aveva la forza di creare alcunché di pericoloso. Anzi era ancora la squadra di Inzaghi a sfiorare la rete, però Muriqi per ora non è Immobile e probabilme­nte non lo diventerà mai: solo davanti alla porta, il kosovaro riusciva a non segnare.

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Lucas Leiva festeggia Ciro Immobile, sempre decisivo
(Getty Images) Abbraccio Lucas Leiva festeggia Ciro Immobile, sempre decisivo

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