Lazio, i conti non tornano Per la Procura di Avellino i positivi sono più di venti
La questione dei contagi Covid in casa Lazio potrebbe non essere più una faccenda legata soltanto a tre giocatori e al diritto di schierarli o meno in una determinata partita. Dalla verifica di laboratorio dei tamponi sequestrati dalla Guardia di Finanza nelle scorse settimane nella sede di Formello della società biancoceleste, emergono numeri molto più ampi, che, se confermati, farebbero pensare addirittura a un focolaio.
La vicenda è complessa. La Lazio affida i periodici controlli cui vengono sottoposti giocatori e staff al centro polispecialistico Futura Diagnostica di Avellino. È una scelta del presidente Lotito, che probabilmente però non potrà più fare perché la Lega ha dato mandato alla Federazione dei medici sportivi di redigere linee guida per implementare il protocollo, e la prima indicazione riguarda l’identificazione di un laboratorio unico cui dovranno fare riferimento tutte le società di serie A.
Alla vigilia di Torino-Lazio dell’1 novembre scorso il laboratorio irpino certifica la negatività, tra gli altri, anche di Immobile, Leiva e Strakosha, che invece erano risultati positivi pochi giorni prima, quando la Lazio aveva giocato contro il Bruges in Champions e i tamponi erano stati processati da un altro laboratorio indicato dall’Uefa. Inzaghi è quindi libero di schierare chi vuole, ma da quel momento le contraddizioni tra gli esami eseguiti da Futura Diagnostica e quelli svolti da altri laboratori si ripeteranno più volte. Finché la Procura di Avellino decide di aprire un fascicolo, fa sequestrare i tamponi e iscrive nel registro degli indagati, per falso, frode
in pubbliche forniture e epidemia colposa, Massimiliano Taccone, titolare del laboratorio di Avellino.
Il primo passo dell’inchiesta è far ripetere nei laboratori dell’ospedale Moscati gli esami su tutti i tamponi acquisiti, che sono novantacinque. Non appartengono tutti a giocatori, ci sono quelli dei loro familiari e quelli di altri dipendenti della Lazio. Ma i risultati depositati ora dal consulente dei pm ingigantiscono di molto l’intera questione. Perché a fronte degli otto positivi (non giocatori) riscontrati in passato dal laboratorio di fiducia di
Lotito, stavolta quelli che risultano contagiati sono ben più di venti.
Come sia stata possibile una differenza così ampia cercheranno di stabilirlo le ulteriori indagini. Ma nel frattempo la difesa di Taccone è pronta a mettere in discussione gli esami eseguiti al Moscati. L’avvocato Innocenzo Massaro depositerà già oggi in Procura una richiesta di verifica di quegli accertamenti. Secondo la tesi della sua consulente, ci sarebbero stati errori sia nella conservazione dei tamponi dopo il sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza, sia nell’esecuzione degli esami stessi. Secondo il perito della difesa i reperti non sono stati tenuti alla necessaria temperatura e il laboratorio li avrebbe processati a troppi giorni di distanza dai prelievi.
Futura Diagnostica: problemi nella conservazione delle provette sequestrate